Non passa giorno senza che gli astronomi non scoprano nuovi mondi orbitanti attorno a stelle più o meno vicine. Sono numerosi, infatti, i corpi celesti candidati al titolo di “seconda Terra”, cioè pianeti che presentino caratteristiche simili a quelle del nostro, la giusta distanza dalla propria stella, la giusta massa e gli ingredienti necessari a sostenere la vita.
Una delle scoperte più intriganti risale a qualche settimana fa. Gli astronomi hanno scoperto un pianeta a sue passi da noi, attorno alla stella Alpha Centauri B, membro del sistema stellare ternario Alpha Centauri a “soli” 4,3 anni luce di distanza dal nostro sistema solare. Eppure, su questo pianeta, denominato con poca fantasia “Alpha Centauri Bb”, è praticamente impossibile l'esistenza della vita: è molto più massiccio della Terra e la vicinanza alla sua stella lo rende terribilmente “rovente”. “Siamo abbastanza sicuri che non c'è alcuna possibilità di vita su questo pianeta”, ha spiegato Sara Seager, scienziato planetario del MIT. Già, ma cosa rende un mondo adatto ad ospitare la vita? Perchè la Terra è così speciale?
Una delle scoperte più intriganti risale a qualche settimana fa. Gli astronomi hanno scoperto un pianeta a sue passi da noi, attorno alla stella Alpha Centauri B, membro del sistema stellare ternario Alpha Centauri a “soli” 4,3 anni luce di distanza dal nostro sistema solare. Eppure, su questo pianeta, denominato con poca fantasia “Alpha Centauri Bb”, è praticamente impossibile l'esistenza della vita: è molto più massiccio della Terra e la vicinanza alla sua stella lo rende terribilmente “rovente”. “Siamo abbastanza sicuri che non c'è alcuna possibilità di vita su questo pianeta”, ha spiegato Sara Seager, scienziato planetario del MIT. Già, ma cosa rende un mondo adatto ad ospitare la vita? Perchè la Terra è così speciale?
Gli scienziati sono quasi tutti concordi che è necessaria la presenza di alcuni ingredienti chiave perchè la vita possa svilupparsi su un pianeta. Tuttavia, vi sono pareri discordi sui limiti che potrebbero impedire l'esistenza della vita, dato che la biologia ha insegnato che esistono organismi capaci di sopravvivere in ambienti particolarmente ostili. Ma il linea generale, ecco quali sono gli ingredienti che danno alla vita la possibilità di prosperare sul nostro pianeta e che, potenzialmente, potrebbero presentarsi anche su mondi alieni:
Acqua
“In primo luogo, c'è bisogno di un qualsiasi tipo di liquido, per consentire alle molecole di interagire fra loro”, dice la Seager su OurAmazingPlanet. “In genere, gli ingredienti per la vita così come noi la conosciamo, composta da DNA e proteine, ha bisogno di una “zuppa” nella quale nuotare e interagire per effettuare le reazioni necessarie al suo sviluppo”. Il liquido più conosciuto, e che ha permesso alla vita di prosperare sulla Terra, è l'acqua. Si tratta di un ottimo solvente in grado di sciogliere molte sostanze.
Gli astronomi alla ricerca di vita extraterrestre, sempre più spesso si concentrano sui pianeti che orbitano nelle cosiddette “zone abitabili”, cioè quelle orbite che non sono nè troppo lontane, nè troppo vicine alla stella, in modo da consentire all'acqua di rimanere allo stato liquido e a scorrere sulla superficie di quei mondi.
La Terra si trova in una fascia orbitale perfetta, in perfetto stile “Riccioli d'oro”, nè troppo calda, nè troppo fredda! Se fosse solo stata un pò più lontana dal Sole, avrebbe condiviso la sorte di Marte, con temperature che avrebbero ghiacciato immediatamente l'acqua. Se, invece, fosse stata solo un pò più vicina, tutta l'acqua sarebbe evaporata e, probabilmente, sarebbe diventata qualcosa di simile al pianeta Venere.
Naturalmente, questo ragionamento vale nel momento in cui immaginiamo la vita aliena simile a quella sviluppatasi sulla Terra. Gli astrobiologi suggeriscono di non trascurare i mondi che orbitano al di là e al di qua delle zone abitabili. Per esempio, sebbene l'acqua liquida potrebbe attualmente non esistere in pianeti come Marte e Venere, nulla vieta che si possa essere stato un momento nel passato in cui ci sia stata. La vita potrebbe essersi evoluta sulla loro superficie in quel periodo, per poi adattarsi ad ambienti sempre più ostili, fino a prosperare.
Qualcosa di simile è avvenuto anche qui sulla Terra con gli organismi “estremofili”, capaci di sopravvivere a temperature estremamente alte, come gli ecosistemi formatisi attorno alle zone vulcaniche, oppure a temperature estremamente basse, come gli ambienti polari e le profondità oceaniche. Inoltre, non bisogna dimenticare che anche altri solventi potrebbero essere in grado di sostenere la vita, quali il metano o l'etano liquido, tipici di Titano, una delle lune di Saturno.
Energia
In secondo luogo, la vita ha bisogno di energia. Senza energia, non può succedere assolutamente nulla. La fonte più ovvia di energia per un pianeta è garantita dalla propria stella, come avviene sulla Terra, dove la luce solare azione la fotosintesi clorofilliana delle piante. I nutrienti creati con la fotosintesi, a loro volta, sono il carburante utilizzato, direttamente e indirettamente, dalla maggior parte dei viventi sulla Terra.
Eppure, innumerevoli organismi sulla Terra vivono grazie ad altre fonti di energia, come le cadere dei vulcani, le sostanze chimiche trasportate dal vento, le correnti oceaniche, ecc. Si è capito che non esiste una carenza di fonti energetiche che sostenga la vita.
Tempo
Gli scienziati, per lungo tempo, hanno sostenuto che i mondi abitabili hanno bisogno di stelle che possano vivere almeno qualche miliardo di anni, il tempo necessario alla vita di evolversi, cos' come è avvenuto sulla Terra. Ma oggi, questa idea è messa in discussione: “La vita potrebbe essere un fenomeno che si origina molto velocemente, quindi l'età della stella potrebbe non essere così importante”. Ci sono, infatti, alcune stelle che vivono solo pochi milioni di anni prima di morire.
La Terra, invece, ha circa 4,6 miliardi di anni. Il più antico organismo noto sulla Terra apparve circa un miliardo di anni fa. Il che significa, almeno in teoria, che la vita potrebbe evolversi in un miliardo di anni o meno. Tuttavia, le forme viventi più complesse, si sono prese un pò di tempo in più per evolversi (i primi animali multicellulari sono comparsi circa 600 milioni di anni fa). La longevità del nostro sole (che è già in funzione da circa 5 miliardi di anni) ha consentito alla vita di evolversi in forme sempre più complesse, fino all'uomo.
Riciclaggio
Alcuni ricercatori sono convinti che la “tettoniche a placche” sia uno dei meccanismi fondamentali per un mondo capace di ospitare la vita, poichè si tratta di un pianeta composto da un guscio suddiviso in zolle che si muovono costantemente. “La tettonica a placche è di fondamentale importanza per il riciclaggio di alcune molecole fondamentali”, speiga Seager. Per esempio, l'anidride carbonica è una molecola importantissima perchè aiuta a intrappolare nell'atmosfera il calore prodotto dalla luce solare (effetto serra naturale), mantenendo la Terra calda.
Normalmente, questo gas viene catturato dalle rocce terrestri nel corso del tempo, il che significa che, una volta incamerato completamente, la Terra sarebbe destinata a congelare. Grazie alla tettonica delle placche, le rocce vengono trascinate verso il centro della Terra, dove si fondono a causa delle altissime temperature, liberando l'anidride carbonica che così può tornare in atmosfera grazie all'attività vulcanica. Tuttavia, “la tettonica delle placche è utile, ma probabilmente non indispensabile”, conclude Seager.
Alcun caratteristiche bonus
Ma ci sono numerosi fattori che contribuiscono a rendere il nostro pianeta unico nel suo genere e il luogo adatto (per non dire perfetto) a sostenere la vita, quali la radiazione costante del nostro Sole rispetto alle altre stelle, oppure la nostra magnetosfera generata dal campo magnetico terrestre che ci protegge dalle tempeste di particelle cariche del sole e dai raggi cosmici.
Eppure, “dobbiamo cercare di essere mentalmente più aperti. La vita aliena potrebbe svilupparsi in maniera molto diversa da come è avvenuto sulla Terra. Dobbiamo esplorare anche quelle che riteniamo essere “aree grigie” per l'esistenza della vita”, conclude Seager.
Eppure, la Terra rimane l'unico pianeta conosciuto in grado di ospitare la vita, a causa di una combinazione unica di fattori. Ciò non esclude il monitoraggio continuo di “strani, nuovi mondi” alieni, i quali un giorno potrebbero capovolgere le nostre conoscenze sullo sviluppo ed evoluzione della vita, costringendoci a nuovi criteri di ricerca. Fonte
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