Anche la Tares prende come base imponibile la superficie degli immobili, un’unità di misura convenzionale per stabilire le “quantità e qualità medie ordinarie” di rifiuti prodotti. Il calcolo verrà fatto sull’80% della superficie catastale ma non da subito: non essendo ancora un dato disponibile per i comuni, all’inizio l’applicazione della Tares si baserà sulle superfici dichiarate ai fini Tarsu o Tia, in attesa che l’Agenzia del territorio trasferisca i dati catastali alle amministrazioni comunali.
La Tares sarà più alta rispetto alla Tarsu.
Ma il maggior peso della Tares non è dovuto a questo, bensì ad altri due fattori:
• si tratta di una “tariffa” e non di una tassa, cioè di un prelievo che copre per intero un costo dell’amministrazione e non solo di un contributo parziale com’è ad esempio l’attuale Tarsu (ma non la Tia, che è già una tariffa);
• copre anche altri costi oltre allo smaltimento dei rifiuti.
“Tares” sta infatti per “tributo comunale sui rifiuti e sui servizi” e finanzia due tipi di spese comunali:
• la gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento, svolto in regime di privativa dai comuni;
• i cosiddetti “servizi indivisibili” (illuminazione pubblica, manutenzione strade ecc.) attualmente non compresi nella Tarsu né nella Tia.
La Tares si pagherà in 4 rate: gennaio (ma nel 2013 la prima rata slitta), aprile, luglio e dicembre. Le prime rate saranno ancora commisurate agli import di Tarsu o Tia nel 2012 ma entro dicembre i comuni decideranno i conguagli.
E’ assurdo come nell’epoca del vanaglorioso progresso, produciamo immensi quantitativi di rifiuti, snaturando con efficacia e distaccandoci sempre più dalla nostra vera natura.
Ci propongono la merda e ce la fanno pagare due volte: quando la compriamo e quando la buttiamo.
Sono dei geni. Siamo degli idioti. Una civiltà senza senso.
Fonte: http://www.oltrelacoltre.com
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