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E col 2013 avremo il primo animale Ogm da tavola

Il primo animale geneticamente modificato sembra ormai destinato a sbarcare sulle tavole dei consumatori americani. Si tratta di un salmone ingegnerizzato per crescere al doppio della velocità. L'authority ha già dato il primo via libera. E potrebbe aprire la strada a nuovi alimenti biotech.
Dopo anni di discussioni, polemiche, critiche, accuse e contro-accuse si è finalmente arrivati al dunque: il primo animale geneticamente modificato sembra ormai destinato a sbarcare sulle tavole dei consumatori americani. Verrà poi il turno anche della vecchia Europa, nonostante le sue leggi più restrittive?
Soltanto pochi giorni fa, infatti, la Food and Drug Administration ha rilasciato due documenti relativi a una controversa specie di salmone chiamata AquAdvantage, ingegnerizzata dall'AquaBounty Technology del Massachusetts per crescere al doppio della velocità. Scopo del progetto: venire incontro alla crescente domanda di pesce da parte dei mercati mondiali.


Nei rapporti si afferma che l'animale non ha nessun impatto ambientale significativo e che è allo stesso tempo sicuro per il consumo umano. Si tratta, in sostanza, del preludio all'approvazione definitiva per il mercato. «L'Fda – si legge in un documento – ha concluso che il cibo derivante dal salmone AquAdvantage è sicuro quanto quello del comune salmone dell'Atlantico. Esiste la ragionevole certezza che consumarlo non possa causare alcun danno». L'agenzia, inoltre, ritiene adeguate le misure di sicurezza concepite per affrontare eventuali rischi – sia per l'uomo che per l'ambiente. I salmoni biotech saranno solo femmine sterili, e verranno allevati in apposite strutture per evitare che interagiscano in modi inaspettati con l'ambiente circostante.

Ma come è stata ingegnerizzato questo animale? Esso contiene un gene che deriva da una specie “cugina” – il salmone reale – ed è in grado di produrre una maggiore quantità di ormoni della crescita. Ciascun salmone è così in grado di diventare adulto più in fretta: l'ovvio vantaggio è che diminuiscono i costi di produzione e l'allevamento diventa più economico. Questo potrebbe dunque portare a un prezzo inferiore per il consumatore finale, con una specie in teoria quasi indistinguibile dall'originale.

Com'era prevedibile, tuttavia, l'annuncio è stato subito bersagliato da un fuoco di critiche ad alzo zero. C'è chi si dice preoccupato che l'Fda non abbia indagato a sufficienza la possibilità di reazioni allergiche al salmone, chi teme che nonostante le misure di sicurezza ci sia ancora il rischio che gli animali possano provocare danni all'ambiente.

Non mancano neppure pesanti accuse all'amministrazione Obama. Genetic Literacy Project, un'organizzazione non governativa, è riuscita a scovare un documento confidenziale da cui risulta che l'Fda era pronta a dare il via libera al salmone transgenico già dall'aprile scorso. Il sospetto, dunque, è che la Casa Bianca abbia fatto pressione per rimandare l'uscita dei documenti, così da non incendiare ulteriormente la campagna per le presidenziali americane – soprattutto su un tema così sensibile e controverso. Pur non avendo in sé nessuna rilevanza sulla sicurezza del salmone, questa scoperta ha seminato dubbi sull'effettiva indipendenza dell'agenzia americana.

La casa produttrice di AquAdvantage, dal canto suo, aveva richiesto l'approvazione del proprio prodotto già dal 1995. Il cammino burocratico è stato lungo e difficile, ma sembra essere arrivato alle fasi finali. Il pubblico avrà ora 60 giorni per discutere e commentare i documenti rilasciati dall'Fda. Se verranno trovate criticità o inaccuratezze nell'analisi, l'agenzia americana potrebbe rivedere la propria decisione; nel caso arrivasse il via libera, invece, il salmone AquAdvantage potrebbe diventare il primo di una lunga lista, sdoganando un'intera classe di nuovi alimenti biotech.

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