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Abolire il contante: e se la banca ci rapina, come a Cipro?


Ridurre o eliminare l’uso del denaro contante, in nome della lotta all’evasione fiscale? Proposta contenuta anche nell’ipotesi di programma sostenuta da Bersani. «Di colpo, grazie ad un atto normativo, il cittadino verrebbe privato, oltre che di questa forma di libertà, anche dell’unica forma di dissenso a sua disposizione nei confronti del sistema bancario», scrive Paolo Cardenà sul blog “Vincitori e vinti”. «Per contro, le banche verrebbero graziate in quello che per loro costituisce il vero e proprio incubo: la corsa agli sportelli». A quel punto, essendo  il denaro smaterializzato e sostituito con un algoritmo astratto e intangibile, ne deriva che, se non esiste moneta contante da scambiare e da prelevare, viene meno anche il pericolo che la popolazione possa chiedere la restituzione di ciò che non esiste. «E’ evidente, e le banche festeggiano: il sistema bancario deterrebbe in deposito la maggior parte della ricchezza del paese». Che – Cipro insegna – porrebbe anche “scomparire”, per decreto, da un giorno all’altro.
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Ciò che sta accadendo a Nicosia, sostiene Cardenà, dimostra che il tabù dell’inviolabilità e del rispetto dei risparmi e dei sacrifici di una vita, almeno nell’Europa meridionale, è stato violato: chi ha depositi bancari potrebbe rischiare di perderli. E sarebbe perfino ingenuo pensare che l’esproprio possa riguardare solo i conti correnti, poiché ogni genere di attività potrebbe essere colpita. «La linea di demarcazione tra debito e credito, di colpo, sembra  essere divenuta più sottile, pallida, quasi inesistente». Per rendere solvibile il debitore, «non c’è nulla di più agevole che compensare posizioni a debito con quelle a credito, e il gioco è fatto: il debitore è stato reso solvibile e il creditore è stato espropriato». Ben poco rassicurante, quindi, la proposta di Bersani inclusa tra le “misure per la tracciabilità e la fedeltà fiscale”. Tradotto: assegnare alle banche il monopolio di qualsiasi transazione.
«Il sistema bancario – aggiunge “Vincitori e vinti” – deterrebbe in custodia i vostri investimenti in titoli, azioni, obbligazioni, i preziosi custoditi in cassette di sicurezza, e ora anche il denaro che, obbligatoriamente, deve essere depositato sul conto corrente». Il divieto di utilizzare contante potrebbe «rendere la macchina coercitiva del fisco ancora più efficiente, funzionale, perfetta e micidiale». Tra poche settimane, aggiunge Cardenà, le banche italiane dovranno trasmettere all’anagrafe tributaria tutte le movimentazioni dei nostri conti correnti: lo Stato, con un semplice clic, potrà conoscere in tempo reale ogni vostra ricchezza: sia la sua collocazione che la sua dimensione complessiva. Ricchezza, a quel punto, più facile da tassare, ma anche eventualmente da «confiscare ed espropriare», per salvare le banche e i monopolisti del potere economico-finanziario.
BersaniE’ accaduto già nel 1992, con la patrimoniale di Amato: «Aziende e famiglie si sono viste confiscare ricchezza su delle somme derivanti da un finanziamento concesso dalla banca e temporaneamente depositato sul conto corrente bancario». Secondo “Vincitori e vinti”, lo stesso Bersani non nasconde di essere favorevole a un’imposta speciale sui grandi patrimoni, oltre il milione e mezzo di euro. A conti fatti, «il sospetto è che, quando si accorgeranno che il gettito derivante da un’imposizione patrimoniale a quei livelli sarà molto ridotto, probabilmente abbasseranno di molto il livello di patrimonio dal quale far scattare l’imposizione al fine di aumentare la base imponibile». Solo per citare un esempio, potrebbe essere ulteriormente tassato il patrimonio immobiliare. E così, la banca diverrebbe «una gigantesca camera di compensazione», un vero e proprio «soggetto giuridico al servizio dello Stato per espropriare ricchezza».
Tratto da: Abolire il contante: e se la banca ci rapina, come a Cipro? | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2013/03/28/abolire-il-contante-e-se-la-banca-ci-rapina-come-a-cipro/#ixzz2Or0s7wfs
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