L’immersione del team di Dmitry Schiller nel Lago Labynkyr, situato nella zona più gelida dell’intera Russia, è stata seguita con grande interesse dalla stampa, soprattutto per le voci riguardo il ritrovamento, sui fondali, di parte di uno scheletro mastodontico, scoperta negata dall’equipe.
Se esiste, il mostro che popolerebbe quelle fredde acque non si è fatto scovare, ma è scattata la gara a chi, per primo, avvisterà il Nessie russo.
La smentita diffusa dalla Russian Geographical Society non ha infatti smorzato gli entusiasmi dei cacciatori di strane creature acquatiche, non solo sono in progetto nuove spedizioni di ricerca in questo lago, ma anche negli altri specchi d’acqua dolce che secondo la tradizione nasconderebbero quei fossili viventi, e sono molti i laghi, da queste parti, che si contendono il titolo di “secondo Loch Ness”.
Un’area ad alta densità di mistero è la Yacuzia, un vero paradiso per gli amanti dei fenomeni paranormali e degli avvistamenti Ufo, proprio questa regione settentrionale della Russia vanta ben due mostri lacustri, uno di essi di spropositate dimensioni abiterebbe nel Lago Khaiyr, appena al di sotto del Circolo Polare Artico e tra i testimoni oculari, c’è anche un ricercatore.
Nel 1964, una missione organizzata dal Dipartimento di Ricerca dell’Università Statale Lomosonov di Mosca registrò infatti la presenza di un animale sconosciuto dall’aspetto serpentiforme e a vederlo e a scriverne poi il resoconto fu un biologo dell’Accademia delle Scienze, di nome Nikolai Gladikh.
“Alle 7 del mattino mi recai al lago per prendere dell’acqua col secchio, non andai avanti per più di 15-20 metri, quando udii degli schizzi e vidi un enorme animale nuotare nell’acqua, era probabilmente lungo tra i 4 e i 4,5 metri, alto da 1,5 a 2 metri, con un lungo collo di un metro e mezzo, aveva una piccola testa piatta, come quella dei serpenti”, scrisse Gladikh.
Dopo aver parlato con la gente del posto, gli scienziati supposero che si poteva trattare dell’ insolita creatura che la tradizione legava al Lago Khaiyr, ma ritennero che potesse essere solo un luccio di dimensioni spropositate, nonostante la descrizione del biologo fosse per molti versi sconcertante.
Non meno, comunque, di un altro mostro paragonabile all’Ogopogo che popola le leggende dei nativi americani del Canada, il cugino russo si troverebbe nella regione di Tver ed è chiamato “il drago di Brosno“, dal nome del lago nel quale sarebbe stato visto.
In questo caso, le uniche testimonianze sono quelle degli abitanti della zona che lo descrivono come una specie di plesiosauro, insomma un lucertolone dal collo lungo avvistato in varie parti del mondo e che esercita un grande fascino sugli criptozoologi.
Ad alimentare il mito, è la profondità di questo lago, che supera i 40 metri e la presenza di bolle di idrogeno solforato che risalgono dal fondo in superficie, a produrle è la decomposizione dei microrganismi, ma quel ribollire, visto da lontano, dà l’impressione di un oggetto in movimento sul pelo dell’acqua.
E ancora non è finita, perchè rivendica un sosia di Nessie anche il Lago Elgygytyn, a circa 500 chilometri a nordovest di Anadyr, capitale della Chukhotka, si può davvero dire, in capo al mondo, il bacino è relativamente piccolo 120 chilometri quadrati ma con una profondità vertiginosa: in alcuni punti raggiunge i 170 metri.
I sedimenti trovati sui fondali risalgono a 3.5 milioni di anni fa, e nonostante la posizione all’estremo nord, qui l’acqua non ghiaccia mai e ciò autorizza a ipotizzare la presenza di forme di vita, per i locali, però, a sguazzare laggiù non sarebbero tanto pesciolini o crostacei, quanto un grande animale acquatico del quale però non esistono prove fotografiche o di altra natura, ma anche senza mostro, il Lago Elgygytyn resta un enigma: nessuno ha ancora appurato l’origine della sua forma perfettamente circolare, forse si è formato dopo l’impatto di un meteorite oppure occupa quella che una volta era la bocca di un vulcano.
Non celerebbe una creatura preistorica, ma un’intera città fantasma invece il lago Svetloyar, una pozza di appena 12 chilometri quadrati nelle foreste della regione di Nizhny Novgorod, la leggenda racconta che durante l’assedio delle truppe mongole di Batu Kahn, nel XIII secolo, la città di Kitezh decise di sprofondare sott’acqua per sfuggire ai nemici.
Forse il racconto rievoca una catastrofe naturale: il villaggio potrebbe davvero essersi inabissato, ma per colpa di una dolina carsica, un colossale sinkhole, altri invece sospettano che il Lago Svetloyar si trovi all’intersezione di due linee di faglia.
La mitica Kitezh poteva davvero sorgere, un tempo, su un’isola inghiottita da un terremoto, fatto sta che in 50 anni di analisi e studi, i geologi non sono ancora riusciti a determinare neppure l’origine di questo grazioso laghetto, dalle acque purissime ed incontaminate nelle quali alcuni testimoni ancora oggi giurano di aver intravisto le cupole d’oro della città e di averne sentito i rintocchi delle campane.
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