- ex presidente della Nuclear Regulatory Comission (Nrc), la commissione dell'Authority nucleare statunitense -, la vita di alcuni di essi arriverebbe a 80 anni; ipotesi inaccettabile, perché per i 104 impianti non rispettano le più elementari norme di sicurezza e sarebbero dovuti essere spenti già da tempo. Non è la prima volta che lo dice e l'ha ribadito nel corso della Carnegie International Conference che si è tenuta a Washington in merito alle conseguenze dell'incidente nucleare di Fukushima.
"Sarebbe assurdo mandare ancora avanti le attività di quelle centrali, che vecchie ed obsolete", ha dichiarato il professor Jaczko al New York Times. Gli Usa dovrebbero sviluppare nuove tecnologie, ha proseguito l'ex presidente del Nrc, nominato da Barack Obama a capo dell'Authority il 13 maggio del 2009. Il pericolo rappresentato dalle centrali nucleari degli Stati Uniti, secondo Jacozk, si può ravvisare in un tipo di combustibile che genera "calore di decadimento", ossia grandi quantità di calore anche dopo lo spegnimento del reattore, esattamente quello che è accaduto a Fukushima. Per questo, dice, è un grave errore aver prorogato l'attività di altri vent'anni per alcune di loro.
Una delle soluzioni possibili è che si costruiscano piccole centrali, in cui "il calore non può spingere la temperatura al punto di fusione". "Sarebbe assurdo spegnere tutti gli impianti contemporaneamente, ma un progressivo abbandono del nucleare è possibile", ha commentato ancora l'ex presidente del Nrc. Le sue posizioni non sono un mistero e spesso all'interno della Commissione per il nucleare è stato messo in minoranza dagli altri membri. E proprio in polemica con la maggioranza della Commissione, il 21 maggio del 2012 Jaczko aveva rassegnato le sue dimissioni dal vertice della Nrc, che preferisce un approccio che non tutela adeguatamente la salute pubblica.
Sono immediate le reazioni dell'industria nucleare statunitense alle sue parole. Marvin S.Fertel, presidente e amministratore delegato del Nuclear Energy Institute, ha fatto sapere che i siti americani sono perfettamente sicuri. "Lo erano prima dell'arrivo di Jaczko alla Nrc, lo sono state durante il suo mandato e continueranno ad esserlo anche in futuro", ha risposto seccamente Fertel dalle pagine del New York Times. Uno scontro tra esponenti del mondo scientifico e imprenditoriale, che chiama in causa l'operato del presidente Obama e le scelte sul futuro energetico americano. Spetta ora al suo governo indicare la strada, anche perché le nuove tecnologie ambientali e lo sviluppo delle rinnovabili, sono state un asse portante delle due campagne elettorali, che hanno portato per la seconda volta Obama alla guida degli Stati Uniti.
Di Massimo Lauria
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