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Emergenza alluvioni in Europa, l’Ungheria si mobilita per la piena del Danubio: allarme a Budapest


Un raro momento di unità nazionale, al di là delle differenze politiche e antropologiche, si sta verificando in questi giorni in Ungheria. Di fronte alla piena storica del Danubio, considerata una delle più gravi della storia, gli ungheresi stanno mettendo in campo una mobilitazione inedita per rafforzare dighe, chiuse e tutto ciò che può evitare il disastro. L’acqua continua a crescere, dopo che già ha provocato danni e vittime altrove. In questi giorni di piogge torrenziali la Repubblica ceca, la Slovacchia, ma anche le più ricche Germania e Austria, si sono trovate in enorme difficoltà. Gli ungheresi stanno cercando di rispondere meglio vogando tutti dalla stessa parte, come raramente è accaduto negli ultimi anni. E così è possibile vedere militanti di estrema destra accanto a socialisti, conservatori, rom, ebrei. Uniti per contenere l’acqua.
budapest02Il massimo della piena è atteso a Budapest lunedì. Il livello delle acque dovrebbe raggiungere gli 8,85 metri, un record storico che supererà gli 8,60 metri del 2006. Stamani il livello del Danubio era 7,81 metri nella capitale, che è spaccata in due dal grande fiume. Seimila persone della protezione civile magiara sono al lavoro, aiutati da qualcosa come 3mila volontari. Inoltre sono mobilitati 16mila soldati in attesa di eventuali richieste da parte delle autorità civili per unirsi alle operazioni di lotta contro l’alluvione. Organizzazioni studentesche, scout e praticamente tutto lo spettro delle organizzazioni politiche stanno lavorando uno accanto all’altro per posizionare oltre 2 milioni di sacchi di sabbia che dovranno proteggere 16 punti ad alto rischio lungo 760 km di fiume.  ”Le differenze politiche devono essere messe da parte. Durante la piena, abbiamo deciso di sospendere tutti i nostri attacchi contro il governo”, ha dichiarato Attila Mesterhazy, il numero uno del Partito socialista ungherese (Mszp), principale formazione dell’opposizione.
danubio“Noi chiediamo a tutti i nostri militanti – ha continuato – di andare sulle dighe”. Perfino bizzarra la collaborazione che si è creata a Romai, un quartiere a nord di Budapest, che è minacciata dalle inondazioni. Alcuni membri della Guardia nazionale ungherese, il gruppo nato dopo lo scioglimento della Magyar Garda (Guardia ungherese), il famigerato gruppo militante ultranazionalista e razzista legato al partito Jobbik, stanno lavorando assieme agli obiettivi storici dei loro attacchi: i rom. “Se le acque minacciano le vostre case – spiega Gabor Veres, un leader della Magyar Garda – nessuno si preoccupa di sapere se le persone che aiutate hanno la pelle bianca o scura”. Istvan Szlagyi, un rom che abita in un villaggio a nord di Budapest, spiega di esser arrivato “con qualche amico per aiutare gli amici ungheresi”. E aggiunto: “Ci siamo fatti coraggio e siamo venuti”. Dall’altro lato della strada dello stesso quartiere, i militanti del partito liberale di centrosinistra Coalizione democratica, con il loro leader Ferenc Gyurcsany, nemici giurati di quelli di destra, sono anche loro impegnati a mettere sacchi di sabbia. “Mai avrei pensato in vita mia di a un evento organizzato da Jobbik…sono dei fascisti…ma l’acqua arriva, cresce…e, in questo contesto, non ci sono rom, gente di sinistra, guardie, ci sono solo delle persone”, spiega il militante di sinistra 65enne Gabor Szabo, che abita nei dintorni. E intanto mette sacchi. http://www.meteoweb.eu

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