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La “Death Valley” riscrive un’altra pagina di storia climatica eguagliando il record di caldo mondiale di +53.9°C; mai cosi caldo sulla Terra

La potente ondata di calore che nei giorni scorsi si è sviluppata sopra i deserti degli USA sud-occidentali, con isoterme fino a +36°C a 850 hpa fra California orientale, Arizona e Nevada, ha letteralmente infuocato la “Death Valley” che nella giornata di domenica 30 Giugno 2013 ha nuovamente riscritto una nuova pagina nella storia climatica del nostro pianeta, archiviando una temperatura massima particolarmente estrema, di ben +53.9°Call’ombra. Si tratta del valore termico più elevato mai registrato sulla Terra da una stazione meteorologica a norma WMO. L’impressionante temperatura massima di +53.9°C raggiunta domenica 30 Giugno dalla “Death Valley” eguagliano niente meno che il record assoluto di caldo mondiale detenuto dalla stessa, distruggendo il precedente record mondiale di caldo per il mese di Giugno, che precedentemente era stato superato persino dal record mondiale di caldo di Maggio, dopo gli eccezionali +53.5°C raggiunti in Pakistan nel bollente Maggio del 2010. In un solo colpo la “Death Valley” è stato in grado di frantumare tutti i precedenti estremi termici di caldo detenuti nel mese di Giugno. Ampiamente superato il vecchio record di Giugno stabilito lo scorso 29 Giugno del 1994 della “Death Valley”.
650x366_06291850_newheatIl muro dei +53.9°C all’ombra nella “Death Valley”, che tuttora rappresenta l’attuale record di caldo mondiale, nonché la temperatura più elevata mai registrata sulla Terra da una stazione meteorologica ufficiale,  è stato toccato in più occasioni, fra il Luglio del 1960 e il Luglio del 2005. Più precisamente il 18 Luglio 1960 una temperatura massima di ben +53.9°C venne registrata dalla stazione di Greenland Ranch, ubicata a -59.1 metri, nella “Death Valley”, nello stato della California. Successivamente i +53.9°C vennero nuovamente archiviati a Furnace Creek Visitor Center, all’interno della “Death Valley”, rispettivamente il 17 Luglio 1998, il 19 Luglio 2005 ed il 6 Luglio 2007. Va ricordato che purtroppo l’Organizzazione Mondiale Meteorologica ancora mantiene ufficiale, come temperatura più alta mai registrata sulla Terra, i +56.7°C registrati sempre nella “Death Valley”, nel lontano 10 Luglio 1913. Quel dato in realtà è poco affidabile, perché è stato elaborato da una stazione che non rispettava le norme WMO, presentando nella propria serie varie lacune e valori nettamente sovrastimati, anche in giornate con cielo nuvoloso o quasi coperto.
Per questo i dati più affidabili, ad oggi, rimangono quelli di +53.9°C di Greenland Ranch e Furnace Creek Visitor Center, valori elaborati da una stazione automatica normalizzata secondo tutti i rigorosi standard WMO e gestita in modo efficace dall’apposito personale che vi effettua regolare manutenzione. I +53.9°C segnati la scorsa domenica 30 Giugno 2013 rappresentano la quinta massima prossima alla soglia dei +54.0°C segnata dentro la “Death Valley”, che si dimostra essere il luogo più caldo e inospitale del pianeta, soprattutto nel periodo estivo. Con simili temperature dell’aria è quasi impossibile sopravvivere per un essere umano. Nel nostro pianeta solo alcune aree ristrette del Pakistan meridionale, in particolare i canyon stretti fra Pakistan occidentale e l’Iran sud-orientale, e in una zona del Kuwait, vicino Sulaibya, che la scorsa estate tocco i +53.6°C all’ombra, stabilendo il nuovo record assoluto di caldo dell’intero continente asiatico, si possono registrare temperature cosi eccezionalmente estreme. Ma finora in nessuna di queste aree è stata archiviata una massima estrema di +53.9°C, come nella “Death Valley”.
Questa immagine dimostra il clima inospitale di questo luogo per le sue temperature cosi estremamente elevate
Questa immagine evidenzia il clima inospitale di questo luogo per le sue temperature cosi estremamente elevate
Ciò non toglie che non sia possibile, data la vastità di territori non coperti da stazioni meteorologiche funzionanti attive 24 ore su 24. L’anno scorso solo Sulaibya, con una sorprendente temperatura massima di +53.6°C, ha riscritto una nuova pagina di storia della climatologia mondiale, avvicinandosi e minacciando da vicino il record assoluto di caldo mondiale, di +53.9°C, detenuto dalla “Death Valley”. A scanso di equivoci abbiamo il dovere di sottolineare come il nuovo record assoluto di caldo per l’Asia stabilito lo scorso martedì 31 Luglio 2012 da Sulaibya sia da considerare valido e attendibile, dato che la stazione della località kuwaitiana, come confermato anche dal servizio meteorologico del Kuwait e dallo stesso tecnico tedesco che garantisce una costante manutenzione (in diversi paesi del golfo vengono utilizzati tecnici stranieri, in genere europei, per il collaudo delle stazioni meteo), è a normaWMO, differentemente da tante altre stazioni in Africa e Asia. La stazione quindi non ha difetti e funziona molto bene. Più che altro, per spiegare un dato cosi estremo, bisogna andare a vedere la particolarità del territorio e del microclima che caratterizza la località kuwaitiana, che spesso vanta delle performance davvero uniche. Difatti, come ci spiega il climatologo Maximilliano Herrera, principale esperto di estremi termici mondiali, quello di Sulaibya è un caso particolare, dove è possibile raggiungere dei picchi di caldo cosi estremi, degni da “Death Valley“, in determinate situazioni, come quella che si è venuta a creare lo scorso martedì 31 Luglio.
C'è chi si scatta una foto ricordo nel punto dove è stato stabilito il record di caldo mondiale, nel Furnace Creek Visitor Center
C’è chi si scatta una foto ricordo nel punto dove è stato stabilito il record di caldo mondiale, nel Furnace Creek Visitor Center
L’area attorno Sulaibya è circondata dalle alte dune del deserto interno kuwaitiano, che spesso vengono alterate a spostate dalle forti tempeste di sabbia prodotte dallo “Shamal”, il “torrido” e impetuoso vento nord-occidentale che domina tutto l’anno, soprattutto d’estate, su buona parte dei deserti di Iraq, Kuwait e nord dell’Arabia Saudita. In pratica le dune di sabbia circostanti, molto alte, riescono a creare una situazione particolare schermando l’area da ogni interferenza più fresca proveniente dall’esterno (brezze termiche di mare). Ritornando a parlare del caldo eccezionale che ha infuocato i deserti statunitensi bisogna dire che purtroppo la grande ondata di calore perdurerà ancora nei prossimi giorni in gran parte degli USA centro-occidentale, mantenendo i termometri al di sopra dei +37°C +38°C, con picchi di oltre i +40°C +42°C all’ombra, fra gli stati della California, Arizona, Idaho, Colorado, Nevada, Utah e Texas, tutte zone alle prese anche con una forte siccità che sta purtroppo esaltando le condizioni ideali per lo scoppio di grandi incendi. Poco più ad est, lungo il margine orientale della grossa “heat wave”, infiltrazioni di aria un po’ più fresca dai quadranti settentrionali interferiranno con l’aria molto calda e secca, favorendo lo sviluppo di imponenti nubi cumuliformi ad evoluzione diurna che potranno dare luogo a dei brevi rovesci e a qualche temporale di calore, con molti fulmini e scarse precipitazioni, sul versante orientale delle Montagne Rocciose. Alcuni di questi temporali, gonfiandosi verso l’alto, potranno sconfinare verso le sottostanti vallate, dando la stura a brevi rovesci e a qualche temporale isolato, in rapido diradamento dalla sera. L’ondata mobile di calore dovrebbe cominciare ad attenuarsi solo sul finire della settimana, quando il gran caldo rimarrà relegato sopra le superfici desertiche della California orientale, Arizona, Nevada e Texas occidentale.
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Ma perché la “Death Valley” è il luogo più bollente della Terra ?
La “Death Valley” è una estesa depressione, lunga più 225 chilometri e larga in media 40 chilometri, che si estende fra il deserto interno della California e in piccola parte sul confinante stato del Nevada. Data la particolare orografia chiusa questa depressione è il punto più “rovente” del nostro pianeta, dove per varie volte, durante il periodo estivo, con il sole si avvicina allo “Zenit” (raggi solari quasi perpendicolari sull’orizzonte nelle ore centrali del giorno), è possibile sfondare il muro dei +50°C all’ombra durante il periodo estivo, quando l‘intensa e prolungata insolazione diurna (cieli costantemente sereni o poco nuvolosi) unita ai bassissimi tassi di umidità relativa (5-6 %) riscaldano sensibilmente il terreno desertico, completamente spoglio di vegetazione arborea in vasti tratti (solo in inverno e in primavera, quando si verificano brevi rovesci di pioggia, la superficie desertica rifiorisce per pochi giorni), trasformando l‘area in una sorta di grande “forno“ naturale che irradia un calore veramente infernale e insopportabile. Non per caso gli viene attribuito il nome di “Death Valley”. Proprio per questo motivo durante l’estate, a causa delle elevatissime temperature diurne, non si può circolare di giorno all‘interno della “Death Valley“. Le ore consigliate per arrivarci sono nel tardo pomeriggio, dalle 17:00 – 18:00 PM in poi, e nella prime ore del mattino, dalle 04:00 alle 10:00 AM.

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