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La vera storia di Pryntyl, la foca monaca che vive nella laguna di Venezia (VIDEO)

Nella laguna di Venezia vive una foca monaca: si chiama Pryntyl e in tantissimi l’hanno avvistata negli ultimi giorni. Emanuele Coppola, documentarista che sta seguendo e monitorando gli avvistamenti in collaborazione con la Lipu Venezia, è portavoce del Gruppo Foca Monaca e ha annunciato una ricompensa per chi riesce a documentare con foto e video indiscutibili, la presenza dell’esemplare, che è un giovane maschio, figlio di una nota coppia di foche che vive da tempo in Istria e che negli scorsi anni aveva dato vita a una grande cucciolata. L’esemplare avvistato in laguna sarebbe stato costretto ad abbandonare le coste dell’Istria in quanto territorio del maschio adulto, il padre. Per una foca la distanza è minima se si pensa che questi animali possono fare tranquillamente 80 miglia due volte al giorno.
Chiunque l’avvistasse non esiti a chiamare il documentarista al 3317719433, che a sua volta è sicuro che prima o poi qualcuno riuscirà a scattare un bel ritratto del bel giovanotto pinnato.
L’ULTIMA TESTIMONIANZA (VIDEO) - “Ero in barca a vela nella laguna sud di Venezia con altre due persone – racconta un appassionato al Corriere del Veneto – quando ho visto ad una decina di metri dalla barca quella che, in altre zone marine, avrei definito la testa di una foca. Era delle dimensioni più o meno di un pallone da calcio, con la caratteristica presenza di aree riflettenti del pelo aderente e bagnato. Credo di averla notata nel momento in cui era appena emersa. Comunque dopo circa due secondi, il tempo di allertare i compagni di barca, si è immersa per sprofondamento verticale. Poi non l’ho più vista”.
“Credo – ha proseguito – che se l’animale rimanesse nella zona non dovrebbe rimanere un’osservazione isolata: luglio e agosto sono periodi in cui la laguna è fortemente frequentata da imbarcazioni. Il colore della pelliccia era grigio-beige. Il punto è tra le isole di Poveglia e ex Poveglia, in un tratto particolarmente limpido, con vegetazione costiera sul fondo e con in vicinanza il canale naturale “Perarolo” di 5 metri di profondità. Nei pressi c’è un’isola abbandonata a vegetazione erbacea e arbustiva spontanea, con tratti dell’ex muratura di pietra d’istria ancora in piedi e “spiaggette” di conchiglie e macerie di mattone e pietre nella fascia intertidale. Questo il quadro dell’osservazione”.


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