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Spagna, treno deraglia a Santiago. “Almeno 78 morti e circa 140 feriti”


Il macchinista dopo l'impatto: "Andavo a 190 all'ora. Spero che non ci siano morti perché me li porterei sulla coscienza". Almeno un italiano a bordo del convoglio di pellegrini. L'incidente nei pressi di una curva nel quartiere di Angrois, a pochi chilometri dalla città. Tutti i vagoni sono usciti dai binari

“Andavo a 190 all’ora. Spero che non ci siano morti perché me li porterei sulla coscienza. Sono umano, sono umano…”. Se c’erano ancora dubbi, è contenuta in questa comunicazione radio dalla cabina del treno tra uno dei due macchinisti (indagato dagli inquirenti) e la stazione effettuato pochi istanti dopo il deragliamento, la causa del disastro ferroviario che mercoledì sera colpito la Spagna. E che ha causato almeno 78 morti e 143 feriti, molti dei quali in condizioni gravissime. Giovedì, intorno alle 13, i soccorritori hanno interrotto la ricerca dei corpi.

Potrebbe però essere un numero destinato a crescere, quello delle vittime riferito dalla Voz de Galizia all’indomani del deragliamento del treno Alvia (alta velocità) in una curva all’entrata della stazione di Santiago di Compostela, in Galizia, avvenuto alle 20.42 di mercoledì 24 luglio. Il mezzo percorreva la tratta fra Madrid e Ferrol ed è uscito dai binari all’altezza del viadotto AP-9 nel quartiere di Angrois, a pochi chilometri dal centro della città. Tutti e tredici i vagoni si sono ribaltati, almeno uno è andato a fuoco. A bordo del convoglio c’erano 238 persone.

Secondo quanto riferiscono fonti spagnole, tra i passeggeri c’era almeno un italiano. Sono in corso verifiche sulla sua identità e su quanto potrebbe essergli accaduto. Secondo El Mundo on line sul treno vi sarebbe stato un gruppo di giovani italiani, ma la circostanza non trova alcuna conferma ufficiale.

Col passare delle ore ci sono sempre meno dubbi sulle cause dell’incidente avvenuto all’entrata del ponte Dia de Galicia. Secondo quanto riferito dal delegato del governo in Galizia, Samuel Juàrez, al momento del disastro il treno avrebbe viaggiato addirittura a 220 kilometri orari in un tratto in cui la velocità massima consentita è di 80 all’ora. Il conducente, un macchinista di 52anni con molta esperienza, non ha spiegato il motivo di una velocità così elevata, oltre il doppio di quella prevista in quel tratto.



Il limite è legato al fatto che la curva è “chiusa” e si trova subito dopo l’uscita di un tunnel, alla fine di diversi chilometri di rettilineo. Una persona che partecipò nel 2011 al viaggio inaugurale della tratta ha riferito ai media che in corrispondenza della curva il treno ebbe come un sussulto, mentre per gli 80 chilometri precedenti era rimasto stabile. I tecnici della Procura, delle ferrovie e del ministero sono al lavoro per accertare se si tratti di un errore umano, di un guasto tecnico oppure di una coincidenza di entrambe le cose. Secondo alcuni tecnici, il convoglio aveva un ritardo di cinque minuti, ma le stesse hanno escluso che possa essere questo il motivo dell’alta velocità. “Non si violano le norme per recuperare una manciata di secondi – ha affermato un tecnico intervistato dalla tv Antenna 3 – Nessun macchinista commetterebbe un errore così madornale. Esistono dei protocolli precisi anche per queste evenienze”. Secondo le informazioni dell’intervistato, il treno “Avila 151” aveva superato proprio ieri mattina una serie di collaudi e revisioni ed era tornato in servizio per il viaggio Madrid-Ferrel, partendo alle 15 dalla stazione Chamartin della capitale. Alcuni testimoni, poi, hanno riferito di avere sentito un’esplosione prima che il treno deragliasse, anche se non è chiaro se sia trattato di un boato provocato dall’urto. Alcuni vagoni hanno scavalcato la massicciata che separa i binari dalla strada e sono stati sbalzati sull’asfalto. Si tratta di una delle peggiori catastrofi ferroviarie in Spagna.

“E’ deragliato, che faccio… che faccio”. Avrebbe detto uno dei macchinisti del treno. A quanto riportano i media iberici, l’uomo, leggermente ferito, sarebbe stato visto aggirarsi sul posto in stato di choc subito dopo l’incidente. Il disastro ha annullato i festeggiamenti in vista della ricorrenza di San Giacomo, patrono di Spagna e della Galizia, il cui legame con la città fa di Santiago de Compostela una delle grandi mete del pellegrinaggio cristiano in Europa, con visitatori da mezzo mondo. La festa cade il 25 luglio, ma è annunciata secondo la tradizione dai rintocchi delle campane della Cattedrale già il 24, alla vigilia, per protrarsi di solito nella notte e poi per un’ intera settimana con riti ed eventi. Quest’anno, però, non ci sarà nessuna festa, ha comunicato l’amministrazione della Galizia. Santiago è anche la città natale dell’attuale premier spagnolo, Mariano Rajoy. E proprio il primo ministro stamattina è arrivato a Compostela e ha tenuto una conferenza stampa per fare il punto della situazione. “Sono in corso due inchieste: una giudiziaria e una della commissione sugli incidenti ferroviari del ministro delle Infrastrutture. Le due inchieste sono naturalmente coordinate” ha detto Rajoy, che dopo aver annunciato tre giorni di lutto nazionale, ha specificato che la priorità è quella di identificare tutte le vittime. Anche la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha espresso il suo cordoglio. “In queste ore di dolore”, ha scritto in un telegramma inviato al Presidente del governo spagnolo, “le immagini del luogo dell’incidente lasciano immaginare la tremenda sofferenza”. La Merkel ha voluto rivolgere le “più profonde condoglianze ai familiari delle vittime ed ai feriti, ai quali auguriamo una rapida e completa riabilitazione”.



Drammatiche le prime testimonianze raccolte dai media locali. ”Quanti morti che ci sono qui, mio Dio”, ha esclamato una donna a Radio Galega nei primi minuti dopo l’accaduto. Il treno andava troppo veloce, secondo Sergio, uno dei feriti estratti dai vagoni. ”In nessun momento ho pensato che si trattasse di un attentato. Quando il treno ha preso la curva ho avuto la netta sensazione che stesse andando troppo veloce e poi c’è stato il deragliamento”.



Le autorità hanno lanciato un appello per la donazione di sangue ed hanno istituito un numero diretto per avere notizie: +34 981551100. Sul posto si è recato il ministro dei Lavori pubblici, Ana Pastor che sarà raggiunta domani da Rajoy. L’Unità di crisi della Farnesina, attraverso la rete diplomatico-consolare in Spagna, ha avviato contatti costanti con le autorità locali allo scopo di verificare l’eventuale presenza di italiani coinvolti.

(foto dal sito La Voz de Galicia)
















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