Una coppia di lunghi solchi impressi nel terreno conferma che una volta il monumento di Stonehenge era collegato al fiume Avon attraverso un percorso processionale. I due sentieri sono stati individuati chiaramente durante l'esecuzione di lavori di manutenzione sulla strada principale di Stonehenge.
Sebbene i ricercatori avessero già intuito l’esistenza di un percorso rettilineo che colleghi Stonehenge al fiume Avon, finora non era stato possibile individuare con chiarezza dove potesse trovarsi questo lungo viale.
L’occasione è stata fornita da alcuni lavori stradali eseguiti presso il sito, i quali hanno rivelato con chiarezza due lunghi solchi impressi nel terreno immediatamente vicini al sito megalitico.
Il principio del viale si trova vicino alla “Pietra del Tallone”, a circa 24 metri dall’ingresso di Stonehenge. I due solchi rappresentano i lati del viale, un lungo tratto lineare a nordest del sito. Le due formazioni sono state recise dal sito secoli fa, a causa della costruzione della strada A344 che costeggia il sito.
“La parte del viale che si collega al sito è stata tagliata per realizzare la strada, distruggendolo per sempre. Tuttavia, eravamo fiduciosi che le due formazioni sarebbero sopravvissute al di sotto di essa”, spiega Haether Sebire dell’English Heritage suCulture24.
Il team guidato da Sebire sta attualmente collaborando con l’amministrazione per eliminare la strada, come parte di un piano per valorizzare ulteriormente il sito archeologico. “E’ davvero eccitante trovare un pezzo di prova fisica che rende ufficiale il collegamento che stavamo cercando”, continua Sebire.
Il sentiero è chiaramente visibile dalle foto aeree, ma difficile da individuare a terra. Già dall’estate prossima, il pezzo mancante del viale dovrebbe essere visibile, anche se sarà coperto dall’erba.
“Si tratta di un’occasione unica per indagare come si presenta il viale sotto il vecchio manto stradale”, ha detto il dottor Nick Snashall, archeologo del National Trust per il Patrimonio Mondiale. “Per la prima volta possiamo affermare con certezza che Stonehenge e il suo viale erano un tempo legati, e a breve sarà di nuovo così”.
Le buone condizioni climatiche hanno permesso ai ricercatori di fare ulteriori scoperte nel cerchio di pietre esterno: nel mese di luglio, due membri del personale hanno individuato alcuni fori nella zona sudest del sito, che potrebbero aver ospitato le pietre 17, 18 e 19.
“C’è ancora discussione tra gli archeologi sul fatto che Stonehenge fosse un cerchio di pietre completo o incompleto”, ha spiegato la storica Susan Greaney. “La scoperta di questi fori, che sembrano aver ospitato delle pietre, rafforza l’idea che il sito fosse un cerchio completo, anche se non perfettamente uniforme”.
Il mistero di Stonehenge
Stonehenge è uno dei luoghi più enigmatici e misteriosi che popolano il nostro pianeta. Sono ancora molti i segreti che l’antico sito archeologico custodisce gelosamente, soprattutto sulla sua creazione e il suo utilizzo.
Chi l’ha costruito? Qual era lo scopo della sua creazione? E cosa ha spinto i suoi costruttori a trasportare dei macigni colossali su una distanza enorme e posizionarli in quel modo?
Sono state avanzate numerose e diverse teorie su chi e perchè abbia voluto costruire Stonehenge, dagli uomini del neolitico, che hanno voluto erigere un luogo di culto con strumenti di lavoro estremamente primitivi, agli antichi astronauti provenienti dal cosmo intenzionati a costruire qualcosa di più complesso e misterioso. Purtroppo, nessun documento scritto è mai stato trovato che aiutasse a diradare la nebbia che avvolge il mistero di Stonehenge.
Gli unici riferimenti letterari sono contenuti nelle storie tramandate dal folklore e, naturalmente, nella leggenda di Re Artù e dei 12 cavalieri della tavola rotonda secondo la quale il complesso di Stonehenge sarebbe stato magicamente edificato da mago Merlino per onorare i re di Britannia o i cavalieri della Tavola Rotonda caduti, prelevandolo, sempre con la magia, dall’Irlanda, dove era stato precedentemente costruito sul Monte Killaraus da Giganti che portarono le pietre dall’Africa.
Le gigantesche pietre di arenaria servite per la costruzione del cerchio più esterno del sito provengono da Marlborough Downs, 20 km a nord di Stonehenge. La più grande di queste misura 2,5 metri di lunghezza, 1,5 metri di larghezza e pesa, all’incirca, 25 tonnellate.
I costruttori non solo sono stati capaci di sollevare queste immani rocce, ma anche di creare un cerchio perfetto. Invece, i megaliti serviti per la formazione del cerchio interno provengono dai Monti Preseli nel Pembrokeshire, Galles occidentale, a 230 chilometri da Stonehenge. Sono state utilizzate sessanta pietre dal peso di 4 tonnellate ciascuno.
Secondo alcuni archeologi, la costruzione del monumento ha richiesto un periodo tra i 300 e i 500 anni. Altri credono, invece, che si siano voluti addirittura 1500 anni.
Il divario così estremo tra le teorie su Stonehenge la dice lunga sullo stato della comprensione della scienza sul questo sito così enigmatico, il quale non smette di suscitare meraviglia e stupore per la sua complessità e l’aura mistica che lo circonda.
Le pietre scelte per costruire i cerchi concentrici contengono una grande quantità di materiale cristallino che pare sia in grado di attrarre e condurre l’elettromagnetismo del terreno (aspetto che ricorda uno degli esperimenti più intriganti di Nikola Tesla). Inoltre, Stonehenge è stata costruita su una delle Ley Line più importanti che percorrono la Gran Bretagna.
Le “Ley lines” (linee di prateria), sono vere e proprie linee rette, larghe circa due metri ed equidistanti tra di loro, che percorrerebbero l’intera superficie terrestre, incrociandosi tra loro in modo da formare una rete. Le ha teorizzate l’inglese Alfred Watkins alla fine del secolo scorso. Nei punti in cui le Ley Lines si incrociano, sorgerebbero antichi templi e monumenti funebri pagani.
Sotto di esse scorrerebbero spesso acque sotterranee o sarebbero presenti filoni di minerali metallici. I luoghi energeticamente speciali si trovano, in molti casi, lungo queste linee.
Secondo alcuni studiosi russi, le Ley Lines costituirebbero una griglia di energia sulla quale si fonderebbe la struttura stessa della Terra. Sul sito di Stonehenge convergono ben quattordici Ley Line, cosicché da trovarsi in un punto importante della griglia energetica planetaria.
Anche i Monti Preseli, dove sono state ricavate le rocce, sono attraversate da Ley Lines. Tracce molti antiche, menhir e sepolcri adornano le colline in cui brillano abbindandi giacimenti di cristalli di quarzo.
Ancora oggi, le pietre dai Monti Preseli sono considerate in possesso di qualità magiche di guarigione da alcuni cultori delle antiche tradizioni celtiche. Esse sono calde al tatto, e quando si spaccano, il loro interno si presenta scuro e lucido, come un cielo notturno scintillante di stelle.
Il che spinge a porsi una domanda fondamentale: come avevano fatto gli antichi a capire questo? Cosa significava per loro? Soprattutto, chi erano costoro? Chiunque abbia costruito Stonehenge, certamente sapeva della convergenza energetica del luogo.
Si ipotizza che lo schema originario di Stonehenge avesse la forma di un “calice” (o calderone), in grado di convogliare una grande quantità di energia geomagnetica. E’ un caso che proprio qui, nel Wiltshire, si presenti il famoso fenomeno dei Crop Circles? E’ solo un caso o c’è una connessione?
Insomma, cos’era Stonehenge? Un enorme osservatorio astronomico? Un luogo ci culto? Un luogo di guarigione? Ci troviamo davanti ad un immenso monumento a forma di cerchio costruito direttamente su un punto della griglia planetaria, in uno dei luoghi dove si manifesta il misterioso fenomeno dei Crop Circles, circondato da un’intensa attività UFO e su una della più grandi Leyline della Gran Bretagna. Convergenze abbastanza impressionanti… cosa significa tutto ciò?
http://www.ilnavigatorecurioso.it
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