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La Sicilia rischia di diventare un gigantesco forno a microonde

“Il Muos si snoda con un raggio di 170 Km. per tutta la Sicilia: non è solo un problema di Niscemi.” Così esordisce all’inizio della nostra chiacchierata Guglielmo Panebianco attivista niscemese “No Muos” autore del documentario “MUOSTORY” , proiettato nel corso di una iniziativa tenutasi a Siracusa questo fine settimana promossa da alcuni cittadini attivi siracusani. Il M.U.O.S. (Mobile User Objective System)
è un moderno sistema di telecomunicazioni satellitare della marina militare statunitense(US Navy), composto da cinque satelliti geostazionari e quattro stazioni di terra, una delle quali a Niscemi(CL), dotate di tre grandi parabole del diametro di 18,4 metri e due antenne alte 149 metri. Verrà utilizzato per il coordinamento capillare di tutti i sistemi militari statunitensi dislocati nel globo terrestre, soprattutto i droni, gli aerei senza pilota prossimamente dislocati anche a Sigonella(CT). Panebianco così inquadra il periodo storico che favorì l’installazione di questo apparato militare americano:” Ci sono 43 antenne a Niscemi che sono attive dal 1991, in un territorio alla mercé dei signorotti mafiosi, dal momento che la base nacque in un periodo quando il consiglio comunale niscemese venne sciolto per mafia”. Guardando la carta geografica della copertura radio del Muos verrebbe ad essere interessata buona parte della Sicilia, tranne le province di Trapani e Messina “aggiungo anche una parte della provincia di Palermo, – precisa Panebianco – comunque tutta la Sicilia verrebbe colpita dall’inquinamento elettromagnetico. Tutto questo è accertato da Arpa Sicilia(Agenzia regionale protezione ambiente, ndr.), che ha registrato nei suoi rilievi il superamento dei 6 Volt/metro da parte del sistema di antenne esistenti. Le misurazioni realizzate da Arpa attestano un livello di 9-11 Volt/metro, quando la normativa nazionale impone che il limite debba essere di 6 Volt/metro.” In buona sostanza, Panebianco ci dice che rischiamo di essere tutti oggetto delle radiazioni di un grande forno a microonde, con le conseguenze che è facile immaginare, qualche esempio come si può leggere dalla letteratura scientifica in materia: effetti biologici su esseri umani, flora e fauna in un territorio non limitato alla sola cittadina di Niscemi. Effetti sanitari dovuti alla prolungata esposizione a campi elettromagnetici di tale intensità potrebbero essere, per citarne alcuni, insorgenza di tumori, leucemia, cataratta, riduzione della fertilità, con maggior rischio per i tessuti poco vascolarizzati (più sensibili agli effetti termici). I soggetti maggiormente esposti sarebbero i bambini e gli anziani. Tutto questo non solo nella zona della Sughereta e di Bosco di Santo Pietro, ma nell’intera nostra regione. Immaginiamo che sia stato possibile in qualche modo avere un incontro con le autorità americane. Panebianco ci risponde così: “abbiamo avuto un colloquio con il precedente console americano Moore nel marzo 2013, il quale ci spiegò che loro erano molto più propensi a dare delle compensazioni al territorio, noncuranti del fatto che comunque, i comitati, i movimenti, i cittadini della zona e del territorio, erano e sono pronti a difenderlo perché è una battaglia che colpisce tutta la Sicilia. In merito a questo aspetto, il console americano ci ha rassicurato con una superficialità disarmante, come se dovessimo ancora accettare quell’occupazione del territorio dopo 70 anni, perché loro si sentono ancora come i liberatori che portano benessere. Penso che i tempi siano maturi per il popolo siciliano per comprendere che questo non è vero, non è più così, non lo è mai stato; anche negli anni ’40 nel periodo dello sbarco, gli alleati hanno distrutto la costa del Siracusano, di Gela, attraverso bombardamenti che spesso finivano in mare oppure colpivano persone indifese. La cosa triste è che sembra quasi uno scenario iracheno: il ‘43 siciliano è l’Iraq dei giorni nostri. Gli americani continuano a fare il comodo loro sfruttando la sudditanza della nostra politica siciliana, che non riesce a fare in modo che il proprio territorio venga rispettato e che i propri cittadini, vengano tutelati dalle varie forme di inquinamento.” A proposito della politica di casa nostra, la nostra impressione è che il presidente Crocetta si trovi in una situazione non troppo chiara. “Il presidente Crocetta, viene definito storicamente da chi lo conosce come un voltagabbana: fa fughe in avanti per poi rimangiarsi tutto quello che ha fatto in precedenza. Ha promosso la revoca della revoca, che è un atto dal punto di vista amministrativo inesistente, perché non puoi revocare una cosa che già è revocata; la cosa disarmante è che tutti gli altri politici seguono questa forma di sudditanza nei confronti dell’imposizione del partito unico: non si parla solo di politica, ma anche di poteri occulti, di massoneria, di mafia: quando determinate persone che sono a capo dei governi, vengono sponsorizzate dalle consorterie mafiose più variegate e da massonerie svariate, ovvio che chi governa debba seguire un copione che viene indicato da chi comanda, dal governo ombra. La cosa triste che disarma è il fatto che un presidente della Regione, che guardando al dato elettorale vince con il 47% degli aventi diritto al voto, prendendo circa il 30%, quindi, governa più o meno con il consenso di un siciliano su dieci che gli ha dato il voto: di conseguenza, non è legittimato minimamente a prendere decisioni su questa vicenda. Ritengo che la questione Muos, si possa risolvere semplicemente portando i siciliani ad un referendum dove essi stessi possano decidere veramente quello che vogliono fare del loro territorio.” Vediamo allora quali saranno le prossime iniziative del movimento “No Muos” per i prossimi giorni e mesi. “Oltre all’intervento al ricorso che promosse il comune di Niscemi nel 2011 sotto la pressione costante del nascente all’epoca movimento “No Muos”, abbiamo impugnato la revoca della revoca del presidente Crocetta, a nome del movimento “No Muos” Sicilia; abbiamo anche preparato un esposto contro l’ultimo regalo del governo Lombardo agli americani, il decreto Aricò: il quale non vincola più il limite dei 6 Volt/metro nei siti terapeutici, diagnostici e militari. In difformità alla legge quadro nazionale n. 36 del 2001, che sancisce il limite di 6 Volt/metro, il quale non può essere superato solo nel campo diagnostico e terapeutico: si fa quindi un regalo alla marina statunitense, all’esercito americano, all’industria bellica, che in Sicilia può tranquillamente fare ciò che vuole, quando anche una certa politica va a fare un decreto un mese prima delle elezioni, perché poi di fatto, così è stato. Comunque, continueremo a lottare perché la legge venga rispettata ed il limite dei 6 Volt/metro sia tenuto nel debito conto“. Giuseppe Notaro

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