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Cinque semplici regole per evitare che un cane libero ci morda (o morda i nostri bambini)

di VALERIA ROSSI -  Il recente episodio di cronaca, protagonista un rottweiler che ha morso un bambino preso in braccio dal padre, mi spinge a scrivere queste righe, che chiedo gentilmente a tutti di diffondere il più possibile: certo, non saremo la RAI né Mediaset e neppure il Corriere della Sera… ma se anche un solo episodio di morsicatura potesse essere evitato con la diffusione di queste regolette, sarebbe già un grande successo. Perché per comportarsi in modo corretto davanti a un cane non serve aver “studiato trenta libri di etologia”, come qualcuno ha scritto commentando l’articolo sul rottweiler mordace: basta proprio sapere poche, semplicissime cose che, da sole, basterebbero ad evitare una percentuale immensa di episodi di cronaca nera.
Quindi, iniziamo:
1) Anche se si ha paura dei cani (anzi, soprattutto se si ha paura dei cani) NON si deve scappare, non si deve correre, non si deve urlare. Per nessun motivo al mondo. 
Spiegazione: il cane è un predatore (più precisamente, è un misto tra predatore e opportunista: ma discende in linea diretta da un predatore puro e ha ancora nel suo DNA tutti i meccanismi della predazione). E cos’è che stimola l’impulso predatorio presente in tutti i cani del mondo, dal bassotto al rottweiler? Il comportamento della preda.
Tutti sanno benissimo che i gatti che vengono uccisi dai cani sono quelli che scappano: quelli che hanno imparato a rimanere immobili la fanno quasi sempre franca. Bene, impariamo dai gatti e rimaniamo immobili: anche se il cuore ci arriva in gola.
Cosa ancor più importante: spieghiamo ai bambini che devono rimanere immobili (vedi anche il punto 4).
2) Non si deve MAI guardare fisso negli occhi un cane sconosciuto.
Spiegazione: nel linguaggio canino, questo è un gesto di sfida. E qualche cane potrebbe raccoglierla, rispondendo di conseguenza.
Lo sguardo va distolto (anche se abbiamo paura) per indicare al cane che non intendiamo litigare con lui. Se proprio vogliamo tenerlo d’occhio, facciamolo socchiudendo gli occhi o ammiccando ripetutamente: questi, in linguaggio canino, sono segni di pacificazione e di invito alla calma.
3) Non aggrediamo il cane!
Ovvero: non urliamogli “SCIO’! VIA! VATTENE!” e non colpiamolo in nessun modo.
Spiegazione: moltissimi casi di morsicatura sono, in realtà, casi di “legittima difesa” da parte del cane che si è avvicinato magari per semplice curiosità e /o con intenzioni amichevoli, ma è stato accolto a urlacci, borsettate o addirittura bastonate da persone che, avendone paura, hanno pensato che “la miglior difesa fosse l’attacco”. Questo, purtroppo, non sempre funziona.
Può funzionare col meticcetto di sei-sette chili, ma non funzionerà mai con cani selezionati per avere forte combattività, tempra e reattività. E’ giusto e corretto che questi cani, se vengono aggrediti, reagiscano (e cerchiamo di non pensare che razze dal temperamento così forte “non dovrebbero esistere”… perché queste stesse doti caratteriali ci fanno poi molto comodo quando il cane deve difenderci da un malintenzionato, o fare la guardia a casa nostra, ma anche cercare fino allo sfinimento persone disperse in un bosco o sotto le macerie. I cani da lavoro devono avere un carattere forte, altrimenti la loro utilità andrebbe a farsi friggere… ma non si possono avere botti piene e mogli ubriache: quindi, semplicemente, evitiamo di aggredirli se non vogliamo che ci rispondano per le rime).
LA COSA GIUSTA DA FARE se un cane sconosciuto e libero viene verso di noi, dunque, è innanzitutto quella di rimanere immobili, distogliere lo sguardo (oppure socchiudere più volte gli occhi), far finta che il cane non esista proprio. Novantanove volte su cento, lui farà lo stesso con noi.
4) Non prendiamo MAI in braccio bambini o cagnolini
Spiegazione: anche questo stimola l’impulso predatorio: e in questo caso siamo “noi” a costringere l’esserino di cui siamo responsabili a comportarsi come una preda, tirandolo via da sotto il naso del cane e sollevandolo improvvisamente. Ma non c’è solo l’impulso predatorio: c’è anche il semplice desiderio di giocare, che a volte può causare disgrazie.
Come si fa, infatti, ad insegnare ad un cucciolo a giocare? Si prende uno straccetto, o un salamotto, glielo si fa muovere velocemente davanti e poi glielo si sottrae di colpo: questo invoglia il cane ad afferrarlo… ma non succede soltanto ai cani!
Cosa fate, voi, se qualcuno vi mostra una cosa qualsiasi che tiene in mano e poi la tira via di colpo? Le vostre mani non partono forse in automatico per cercare di afferrarla?
Ecco, al cane scatta lo stesso identico impulso… solo che lui le mani non le ha: ha soltanto la bocca, ed usa quella.
4 bis) Se un cane ha morso un bambino o un cane che tenete in braccio, NON cercate di strattonarlo via
Purtroppo è istintivo cercare di sottrarre la vittima tirandola via dalla bocca del cane… ma la maggior parte delle ferite gravi causate dal morso del cane non sono dovute al morso stesso, ma all’azione degli astanti che:
a) tirando, strappano loro stessi la carne della vittima;
b) stimolano la possessività del cane, che vedendo qualcuno che entra in competizione con lui per togliergli la sua “preda” tende a stringere più forte, oppure a migliorare la presa assestando morsi successivi.
LA COSA GIUSTA DA FARE, se temiamo per la sicurezza di un bambino o di un animaletto, è interporre la nostra persona (immobile e statuaria) tra lui e il cane sconosciuto.
E nel caso in cui avessimo già commesso l’errore di sollevare il bambino o il cagnolino, qualora fosse stato morso, dovremo riabbassarlo lentamente, senza competere in alcun modo col cane, ma tentando semmai di aprirgli la bocca utilizzando una leva (sono in vendita dei cunei di legno o plastica fatti apposta per far aprire la bocca ai cani senza dover rischiare le proprie mani). Chiunque abbia un cane dovrebbe tenerne sempre uno in tasca: sia per salvare il proprio cagnolino, sia per intervenire sul proprio eventuale cagnolone aggressivo senza far danni alla vittima (a parte il fatto che i cagnoloni aggressivi andrebbero sempre tenuti con guinzaglio e museruola: ma a volte succedono gli incidenti anche nelle aree cani, dove è lecito avere i cani liberi…e un cuneo può risultare prezioso).
5) Ricordiamo che la legge VIETA ai proprietari di lasciare i cani liberi in ambiente urbano. E’ obbligatorio tenerli al guinzaglio e, se hanno un carattere non del tutto affidabile, devono essere anche provvisti di museruola.
LA COSA GIUSTA DA FARE è ricordarsi che la legge non va soltanto rispettata, ma va anche fatta rispettare. Se è vero che molti Comuni (specie i più piccoli) non dispongono di aree adeguate per liberare i cani, non è corretto ignorare la legge sentendosi comunque dalla parte della ragione: invece bisogna insistere, premere, fare petizioni, rompere le scatole affinché le aree destinate ai cani vengano costruite (nessun Comune andrà mai in rovina per questo).
E se vediamo persone che hanno l’abitudine di lasciare sciolti i propri cani – magari cani che hanno già dimostrato di non avere un buon carattere, ma anche semplicemente cani grandi e grossi che possono intimorire i passanti –DENUNCIAMO la cosa alle Forze dell’Ordine locali. E se queste non intervengono (come purtroppo accade) vanno denunciate anche loro ai propri superiori… perché i diritti non cadono dal cielo: bisogna anche lottare per conquistarseli. E il senso civico non può risvegliarsi solo “quando succede qualcosa”: bisognerebbe tenerlo acceso sempre, cercando – come in ogni altro campo della vita – di prevenire anziché curare e di muoversi prima che le disgrazie accadono.
mordere_apeCi sono altre cose da sapere, ovviamente, e più se ne sanno, meglio è: ci sono anche regole su come avvicinare (o meno) un cane correttamente tenuto al guinzaglio… ma di queste, magari, parleremo un’altra volta.
Per adesso cominciate a diffondere queste, se potete: sembrano solo quattro cosette da niente, ma lo ripeto: basterebbe seguire soltanto queste regolette per evitare la stragrande maggioranza degli episodi che poi finiscono sui giornali.
UOMINI  E CANI SONO AMICI DA  ALMENO 15.000 ANNI: ma le amicizie bisogna anche saperle coltivare e mantenere.


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