L’Organizzazione Mondiale della Sanità è preoccupata. Margaret Khan, direttrice dell’Oms, è volata a Conakry per un vertice con i presidenti della Guinea, della Sierra Leone e della Liberia (i Paesi più coinvolti) e ha dichiarato senza giri di parole: “Ebola avanza più velocemente degli sforzi per controllarlo” e le conseguenze “possono essere catastrofiche in termini di vite perdute” e del “rischio elevato” di propagazione ad altri Paesi, anche perché le forze schierate in campo a livello nazionale e internazionale sono “tristemente inadeguate”.
Per questo si pensa a un piano da 100 milioni di dollari e il prossimo 6 agosto si prepara una riunione d’urgenza per “valutare le implicazioni internazionali dell’epidemia” che, con i suoi 1.323 casi, 729 dei quali mortali, è la peggiore nei 40 anni di storia del virus.
Intanto cresce la paura in Europa e negli Stati Uniti. Come riporta l’Ansa, gli esperti americani di malattie infettive stanno cercando di tranquillizzare il pubblico sulla scarsissima possibilità che il virus dell’Ebola si diffonda negli Stati Uniti.
Ma il timore sta crescendo e tweet allarmati si sono sparsi sui social media alla notizia del prossimo rimpatrio dei due medici Usa colpiti dalla febbre emorragica in Liberia. “L’Ebola pone poco rischio per la popolazione Usa”, ha ribadito Tom Frieden, direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta, pur ammettendo che siamo di fronte al “contagio più vasto e complesso mai registrato”.
Per Anthony Fauci, direttore dell’Istituto Nazionale contro le malattie Infettive, “certo c’e’ la possibilità che qualcuno infetto con il virus in Sierra Leone o Liberia salga su di un aeroplano e venga negli Stati Uniti. Ma le probabilità che il virus si diffonda qui come sta succedendo nei Paesi colpiti in Africa sono straordinariamente basse. Siamo fiduciosi che non ci sarà un’epidemia”.
Sul contrasto alla diffusione è intervenuto anche il presidente Usa Barack Obama. “Il virus Ebola e’ qualcosa da prendere molto seriamente”, ha detto Obama parlando in diretta Tv dalla Casa Bianca. “Non si tratta di una malattia facilmente trasmissibile, ma bisogna identificare, mettere in quarantena e isolare chi può trasmetterla”.
Rischio in Italia?
La diffusione del virus Ebola in Italia è improbabile. Lo afferma la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) in una nota. A sostegno di questa affermazione, scrivono gli esperti, si ricorda che i focolai di infezione si generano attraverso la trasmissione del virus da parte di un animale ospite in aree prossime alla foresta, lontane da aree metropolitane e dagli aeroporti internazionali.
Inoltre la malattia si manifesta nella maggioranza dei casi con gravi sintomi che obbligano il malato al letto e ne impediscono gli spostamenti. Tenuto conto anche della relativa brevità dell’incubazione, l’ipotesi che l’infezione possa giungere via mare con persone che, partite dalle zone interessate dall’epidemia, abbiano attraversato il nord Africa via terra per poi imbarcarsi verso l’Europa è destituita di fondamento.
“L’infezione da virus Ebola è solo una delle numerose infezioni emergenti segnalate negli ultimi anni”, spiega Massimo Galli, infettivologo SIMIT, Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche L. Sacco di Milano. “Di alcune di esse, come la SARS e la MERS, sono stati osservati in Italia solo casi importati, senza che si generassero nuove infezioni nel paese. Altre invece sono presenti in Italia, come la febbre da virus West Nile, mentre un’epidemia di febbre da virus Chikungunya è stata registrata in Romagna nel 2007”.
Comunque, la Farnesina sconsiglia viaggi in Sierra Leone, lanciando il warning sul sito Viaggiare Sicuri: “In conseguenza dell’aggravarsi della situazione sanitaria legata all’epidemia di febbre emorragica (Ebola) è stato dichiarato lo stato d’emergenza in Sierra Leone e si sconsigliano pertanto i viaggi non necessari nel Paese”. http://www.ilnavigatorecurioso.it/
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