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Siria, una jihadista inglese: "Sarò la prima donna a decapitare un occidentale"

Su Twitter Khadijah Dare, una ragazza convertita all'Islam, celebra l'esecuzione di Foley e si augura di emulare il boia. Napolitano scrive a Obama: "Assassinio agghiacchiante". Onu: dal 2011 in Siria 191mila vittime. Il Pentagono chiede intervento militare a sostegno di Assad

LONDRA - Ha osannato ladecapitazione del reporter americano James Foley, augurandosi di diventare la prima donna a giustiziare un ostaggio occidentale. E' il messaggio postato su Twitter da una ragazza inglese, Khadijah Dare, convertita all'Islam. 

La 22enne, madre di un bambino, si sarebbe trasferita in Siria nel 2012 per raggiungere il marito Abu Bakr, un miliziano dello Stato Islamico con cittadinanza svedese di origine turca. La notizia è riportata dal Telegraph.

Sul suo account Twitter, dove si firma col nome di Muhajirah fi Sham, che significa "immigrata in siria", la donna ha postato un messaggio nel quale loda l'esecuzione del giornalista, dice che il Regno Unito deve scuotersi e spera di essere la prima donna a uccidere un occidentale. "Any links 4 da execution of da journalist plz. Allahu akbar. Uk must b shaking up ha ha. I wna b da 1st uk woman 2 kill a uk or us terorrist!". 

Inoltre invita le altre giovani donne inglesi a seguire il suo esempio. Pochi giorni fa aveva postato una foto del figlio che imbracciava una mitragliatrice.

Il testo della mail dell'Is. Intanto oggi il GlobalPost, la testata con cui collaborava il reporter americano ha diffuso il testo della mail con cui lo Stato Islamico ha annunciato il 12 agosto che avrebbe eseguito l'esecuzione di Foley. "Quanto a lungo la pecora seguirà il pastore cieco?": è l'inizio del testo. Si tratta, di un "messaggio al governo americano e al suo popolo di cittadini-pecore". "Siete tornati nuovamente a bombardare i musulmani in Iraq - scrive l'Is, questa volta con attacchi aerei e 'eserciti per procura', rimanendo in maniera codarda lontano da un faccia a faccia", affermano ancora i sequestratori, che si dicono "assetati del vostro sangue", e affermano infine che "voi e i vostri cittadini pagherete il prezzo dei vostri bombardamenti. Il primo dei quali sarà il sangue del cittadino americano James Foley! Sarà eseguita la sua esecuzione, come un risultato diretto delle vostre trasgressioni nei nostri confronti".

Napolitano scrive a Obama
. Sull'esecuzione di Foley interviene oggi anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha fatto pervenire un messaggio a Barack Obama. "Ho appreso con vero orrore la notizia del barbaro assassinio del giornalista Foley - scrive il capo dello Stato al presidente americano - . Desidero esprimere  la più ferma condanna nei confronti di un atto agghiacciante ed esecrabile, che richiama un tenebroso e lontano passato calpestando il supremo valore della vita umana". 

I morti in Siria. Le vittime del conflitto siriano sono ormai più di 191.000 dal marzo 2011. Lo rivela un ultimo bilancio dell'Onu, che sottolinea come solo in quest'ultimo anno il numero delle vittime sia raddoppiato (erano 93.000 un anno fa). Nel diffondere questo bilancio, l'Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani punta il dito contro la "paralisi internazionale" che incoraggia gli "assassini".

"Gli assassini, i massacratori e i torturatori in Siria e in Iraq sono stati incoraggiati e spronati dalla paralisi internazionale", ha denunciato Navi Pillay, che ha denunciato "scandaloso il fatto che, nonostante le enormi sofferenze, la situazione drammatica dei feriti, degli sfollati, dei detenuti, di intere famiglie sterminate o scomparse, nessuno presti più attenzione" alla Siria. 

Anche se un cambio di strategia - sul fronte Usa - potrebbe essere imminente, almeno a giudicare dalle parole del capo di Stato maggiore generale Martin Dempsey, che invoca un intervento militare a sostegno di Assad contro l'Is. 

Becchi su Vanessa e Greta. Fa discutere intanto la riflessione che Paolo Becchi, costituzionalista di riferimento del M5s, ha affidato ier al suo account Twitter, in relazione alla delicatissima situazione di Vanessa e Greta, le due volontarie italiane rapite in Siria: "Armi ai curdi, poi però non lamentiamoci se alle due italiane, attualmente in mano all'Isis, venga tagliata la gola". http://www.repubblica.it/

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