Il Monumento VI di Tortuguero, associato alla profezia, in realtà racconta le gesta di un sovrano Maya. Fotografia di Gilberto Villasana, AFP/Getty Images
In questo periodo di feste non tutti stanno elaborando programmi per come festeggiare il Natale o buoni propositi per il nuovo anno, dedicandosi piuttosto all’accumulazione di scorte e allo studio di piani di fuga in vista della presunta fine del mondo che i Maya avrebbero previsto per il 21 dicembre 2012.
Purtroppo per loro, e per le scorte di cibo accumulate inutilmente, la supposta profezia dei Maya non trova nessun riscontro, neppure archeologico. Ma come è nata questa leggenda?
Uno dei “grandi cicli” degli antichi Maya si concluderebbe in questo periodo. Ma i Maya erano grandi matematici ed eccellenti creatori di calendari. Non avevano uno solo infatti, ma diversi, tra cui un calendario solare ciclico e un almanacco sacro. Inoltre, misuravano il tempo con il cosiddetto “Conto Lungo”, composto da cicli di 5.000 anni.
A un certo punto è iniziata a girare la voce che l’attuale ciclo si concluderebbe il 21 dicembre 2012, e da qui la convinzione che la fine del mondo è vicina.
Rinascita
Non è la prima volta che l’idea dell’apocalisse ha acceso l’immaginazione umana. Le profezie sulla fine del mondo hanno una lunga storia, e i creduloni spessonon vogliono prendere nemmeno in considerazione le evidenze scientifiche che le smentiscono. Nel caso in particolare, gli apocalittici a tutti i costi ignorano la complessità dei sistemi di computo temporale dei Maya.
“C’è un solo monumento [Maya] che riporta la data 2012″, dice l’esperto Ricardo Agurcia, sottolineando che i catastrofisti ignorano il fatto che, secondo i Maya, quando un grande ciclo finisce, ne comincia un altro. “Il tema della fine del ciclo è la rinascita, non la morte”.
Quel che è certo è che i Maya non predissero affatto che il mondo sarebbe finito nel 2012. All’inizio di quest’anno, l’archeologo William Saturno, uno dei National Geographic Grantees, ha scoperto una serie di numeri dipinti sulle pareti di un complesso maya in Guatemala: si tratta di calcoli che includono date che vanno ben oltre quest’anno. “I Maya non solo prevedevano che il mondo sarebbe continuato, ma che, fra 7.000 anni a partire da ora, nulla sarebbe cambiato”, ha spiegato Saturno.
“Non cerchiamo segnali di una possibile fine, mentre i Maya volevano la garanzia che nulla cambiasse. Sono due modi di pensare completamente opposti”.
E se la fine venisse dallo spazio?
Tutto ciò dovrebbe bastare a placare le preoccupazioni di chi teme la presunta profezia Maya. Ma come tranquillizzare invece chi teme altri fantomatici agenti catastrofici, come un’eruzione solare, l’inversione dei poli o l’impatto del “pianeta assassino”?
A questo riguardo, la NASA può aiutare a schiarire un po’ le idee. Lo studioso dell’agenzia spaziale americana David Morrison, sul suo blog Ask an Astrobiologist (Chiedi all’astrobiologo), ha risposto a ben 5.000 interrogativi riguardo una possibile apocalisse nel 2012. La gente vuole sapere ad esempio se esiste davvero Nibiru, o Pianeta X, e se arriverà o meno a distruggere la Terra. Altri invece chiedono lumi su un eventuale allineamento dei corpi celesti, e sulle eruzioni solari. In un video postato su YouTube, Morrison dice: “Non c’è nessun pericolo per la Terra nel 2012. Nibiru non esiste. Quando i pianeti si allineano non succede nulla. Non preoccupatevi per il 2012, e godetevi l’arrivo del 2013″.
Ma nonostante la netta posizione degli esperti scientifici, i timori degli apocalittici non si placano. Secondo quanto riporta il New York Times, sembra che in Russia la corsa all’accaparramento in vista del 21 dicembre sia in corso, mentre la Francia chiuderà per qualche giorno l’accesso al monte Bugarach, nei Pirenei, luogo amato dagli occultisti che per qualche assurda ragione sarebbe l’unico posto al mondo dove ci si potrebbe salvare dall’apocalisse.
Ma anche negli Stati Uniti gli apocalittici a tutti i costi trovano conforto in personaggi come Larry Hall, che costruisce rifugi sotterranei di lusso all’interno dei silos lanciamissili costruiti in Kansas durante la Guerra Fredda. Hall però preferisce non sbilanciarsi sui timori dei suoi clienti: “Non so cosa è vero e cosa no. Io mi limito a offrire un rifugio in grado proteggere da qualunque possibile minaccia”.
Di Catherine Zuckerman
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