Euro (Flickr – Tabbo107)
Sono cifre da brivido. Secondo uno studio Credit Suisse di alcune settimane fa, ci si aspettava che ogni cipriota detenesse in media un patrimonio di 87.000 euro, con mediana di 31.000: erano valori “normali” per l’eurozona, rispetto a una Germania con patrimonio medio di 135.000 euro (e un’Italia a 165.000). Secondo i dati ufficiali dell’Eurotower, realizzati in collaborazione con tutte le banche centrali nazionali dell’eurozona, sembra invece che il patrimonio medio dei ciprioti sia di 671.000 euro, cioè quasi otto volte di più rispetto a quanto non ci si aspettasse.
Paese | Rilevazione Credit Suisse 2012 | Rilevazione BCE 2013 |
Italia | 165 | 275 |
Germania | 135 | 231 |
Spagna | 81 | 291 |
Francia | 206 | 233 |
Cipro | 87 | 671 |
Malta | 48 | 366 |
Lussemburgo | 215 | 710 |
Patrimonio medio in migliaia di euro secondo la rilevazione della BCE comunicata nell’aprile 2013
C’è dell’altro: i tedeschi sono i più “poveri” d’Europa: con un patrimonio mediano di appena 51.000 euro, sono sopravanzati perfino dagli slovacchi, forti dei loro 61.000 euro a testa.
Forse, se questa è la verità, la BCE potrebbe aver fatto bene a trattenere i numeri: il frigorifero ha impedito che le cifre esplosive facessero saltare il tavolo delle negoziazioni. Chi commentava lo scorso marzo che “tanto erano cose che già si sapevano”, anche perché la Bundesbank aveva già dedicato una pubblicazione al tema, si deve ricredere: la Bundesbank non includeva Cipro nell’analisi. Anche quello che si aspettava Credit Suisse era molto meno rispetto alla realtà secondo Francoforte.
I tedeschi, tra cui gli abitualmente ingessatissimi lettori della Frankfurter Allgemeine, sono inviperiti. I numeri alimenteranno ancora di più il vento in poppa di “Alternative für Deutschland”, movimento anti-euro che sta riscuotendo buon successo. Nonostante la valuta unica goda ancora di buona popolarità, c’è da aspettarsi che in futuro nessun governo tedesco potrà trovare scuse valide per chiedere sacrifici ai tedeschi. Soprattutto per un popolo così fissato con informazione e precisione (e non è un cliché), far dimenticare Francoforte sarà impresa ardua, quando si parlerà di fondi per sostenere Grecia o chi seguirà.
Il messaggio chiave è che i tre paesi dell’euro con fiscalità avvantaggiata – per non definirli direttamente paradisi fiscali (Lussemburgo, Cipro e Malta) svettano in cima alla classifica del patrimonio. In particolare in Lussemburgo e a Cipro, la differenza enorme tra patrimonio medio e mediano rispecchia la presenza di conti con somme di denaro altissime, con forte polarizzazione della distribuzione del patrimonio.
Ma quanto c’è da fidarsi di questi numeri? Dal punto di vista metodologico, sembra difficile che una ricerca portata avanti da tutte le banche nazionali europee possa portare risultati confrontabili – in genere servirebbe un solo soggetto che analizza tutto. Per il resto, La dietrologia ha trovato un terreno fertile: l’idea che lo studio sia stato confezionato ad hoc, secondo metodologie questionabili, per giustificare le attuali politiche e migliorare l’immagine della Germania, ha sedotto non pochi spagnoli e italiani.
«Questo tipo di studi servono politicamente per giustificare i tagli dei diritti sociali nei paesi del sud d’Europa, che vengono presentati come “ricchi” », ha denunciato Gonzalo Garteiz, ex caporedattore del quotidiano economico spagnolo Cinco Días, e fondatore della web dedicata ai mercati La Celosía. Uno studio pubblicato dal settimanale Focus ha ribadito l’idea che il 56% dei tedeschi non capisce perché il Sud d’Europa ce l’ha con la Germania, ma curiosamente un buon 40% ammette che i paesi più colpiti dalla crisi hanno buone ragioni di lamentarsi contro la gestione tedesca. Il salvataggio di Cipro, con misure senza precedenti, ha indubbiamente aumentato la tensione. È tutto ciò sufficiente per argomentare che siamo di fronte a un’enorme opera di propaganda orchestrata da Berlino? Meglio attenersi ai dati, sempre che siano affidabili.
di Stefano Casertano e Laura Lucchini -
Studio della Bce sulla ricchezza degli europei. Non mancano le soprese, a partire da Cipro
Stefano Casertano e Laura Lucchini, giornalisti de Linkiesta, sono autori di “ Germania Copia e Incolla 2: Lavorare alla tedesca – riforme del lavoro e successo mondiale ”.
0 commenti:
Posta un commento