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ZeroZeroZero: le vie e i disastri della cocaina - Roberto Saviano


"Scrivere di cocaina è come farne uso. Vuoi sempre più notizie, più informazioni, e quelle che trovi sono succulente, non ne puoi più fare a meno. Sei addicted. Anche quando sono riconducibili a uno schema generale che hai già capito, queste storie affascinano per i loro particolari.
E ti si ficcano in testa, finché un'altra - incredibile, ma vera - prende il posto della precedente. Davanti vedi l'asticella dell'assuefazione che non fa che alzarsi e preghi di non andare mai in crisi di astinenza.
Per questo continuo a raccoglierne fino alla nausea, più di quanto sarebbe necessario, senza riuscire a fermarmi.
Sono fiammate che divampano accecanti. Assordanti pugni nello stomaco. Ma perché questo rumore lo sento solo io? Più scendo nei gironi imbiancati dalla coca, e più mi accorgo che la gente non sa. C'è un fiume che scorre sotto le grandi città, un fiume che nasce in Sudamerica, passa dall'Africa e si dirama ovunque.
Uomini e donne passeggiano per via del Corso e per i boulevard parigini, si ritrovano a Times Square e camminano a testa bassa lungo i viali londinesi. Non sentono niente? Come fanno a sopportare tutto questo rumore?" (Roberto Saviano)


ZeroZeroZero. Roberto Saviano compone un prefisso, e da sette anni noi aspettiamo di sentire chi risponderà a quella chiamata. La chiamata viaggia su una linea rossa. Priorità assoluta.
Anzi, è una linea bianca che mette in comunicazione, come su una carta geografica appesa alla parete di un commissariato, ogni città del mondo in cui uomini e donne, giovani e anziani cercano di dimenticare, e nella quale qualcuno è pronto a dar loro una mano a farlo. 
Sì, la gente vuol dimenticare la fatica di vivere, le delusioni, le amarezze e le frustrazioni; e per regalare questa illusione a chiunque abbia di che pagarsela è nata un’alleanza modernissima e di smisurata efficienza.
La chimica si è alleata con la logistica; l’economia si è alleata con la politica; la criminalità – la criminalità più spietata e implacabile che il mondo abbia mai conosciuto - ha stretto una blasfema, inedita alleanza con quella che è una vera e propria filosofia, il racconto della quale apre la danza macabra in cui Saviano ci condurrà lungo le quasi cinquecento pagine di ZeroZeroZero. 
È la storia della cocaina, nel momento storico della sua massima affermazione, ed è una storia che ci riguarda tutti. Nessuno escluso. 
Con la sua abilità mimetica, e un uso spregiudicato della vecchia, buona tecnica del discorso libero indiretto, Saviano riesce a far sentire al lettore caratteri e idiosincrasie, paure e desideri; e attraverso questa corsa a rotta di collo nelle storie dei protagonisti di trent’anni di cocaina, ecco disegnarsi un affresco ampio e ramificato, che per ritmo e tenuta ricorda l’opus magnum narcos di Don Winslow, Il potere del cane. 
Quando - ad esempio - Saviano racconta di un anziano boss calabrese che in una stanza d’albergo a New York sciorina le regole del gioco a un attonito – ma ricettivo – galoppino messicano, segnando così un punto di non ritorno che vede le maestranze del cartello della baja venire indottrinate con i precetti di una cultura mafiosa rodata da secoli nella frescura del cortile di casa nostra, noi siamo con lui in quella stanza, e capiamo fino in fondo la pasta di cui questi uomini (e queste donne) sono fatti. 
copj170.asp?f=9788807030536Gran parte dell’indagine condotta da Saviano, naturalmente, si svolge sui terreni immensi e fertilissimi del Sinaloa, lungo le coste del Pacifico e nei villaggi dell’entroterra guatemalteco di cui milizie paramilitari fanno terra bruciata con la complicità di governi corrottissimi; fra le città americane che sono il terminale visibile di una filiera lunga migliaia di chilometri, e nei vasci di Secondigliano. 
Dalle vele di Scampia, insomma, l’occhio del reporter (ma Saviano è forse più un reporter che lavora con l’orecchio) si sposta per posarsi sui fatti travagliatissimi di un intero contintente.
L’America Latina, che da sempre è considerata una dependance dell’America “maggiore”, come il tappeto sotto il quale nascondere la polvere della cattiva coscienza degli States, cavandone in cambio un’altra polvere: finissima, però, e stupefacente. 
Ma il réportage non sarebbe completo se di quella pianta maestra non si seguissero anche i rami, che sono innumerevoli e finiscono per arrivare dappertutto, coinvolgendo ogni fascia sociale, a qualunque età, in ogni città di ogni Paese.
Proprio com’è evocato nella iniziale, tiratissima cavalcata che ci introduce al tema: una scansione agli infrarossi che non concede respiro né indulgenza, di tutti coloro che la coca la usano ogni giorno e che – per parafrasare il titolo di un vecchio film di zombies – sono fra noi. Anzi: siamo noi. 
Saviano, in questa sua sofferta seconda prova (se non contiamo gli episodi minori e le raccolte di articoli) consolida la sua prosa, che è molto retorica ed altrettanto potente, riuscendo a trattare la materia drammatica e trasversale della sua indagine con tutta la forza necessaria. Un ritorno in grande stile per uno scrittore cresciuto nel ferro e nel fuoco.

http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/archive/2013/04/14/zerozerozero-le-vie-e-i-disastri-della-cocaina-roberto-savia.html

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