Nelle immagini catturate dalla sonda SDO della NASA, il potente solar flare avvenuto il 3 maggio scorso, a soli due giorni di distanza da un altro evento simile ma più debole.
Si è trattato del secondo grande evento atmosferico nello spazio in tre giorni: ne era infatti avvenuto un altro, più debole, il 1 maggio, proveniente dalla stessa regione del Sole.
La tempesta solare del 3 maggio ha lanciato plasma caldissimo a circa 200.000 km dalla superficie del Sole, prima di scomparire dalla vista, eventi di questo tipo sono destinati a diventare sempre più frequenti da ora alla fine dell’anno.
La più forte eruzione solare dell’anno resta per ora quella verificatasi l’11 aprile, una tempesta solare di classe M6.5, comunque ancora un evento di livello medio.
Gli scienziati classificano infatti i brillamenti solari in base alla loro intensità, quelli di classe M sono eventi di media forza, e sono i più deboli tra quelli che possono comunque avere un impatto sulla Terra.
Il più forte tipo di tempesta solare sono quelle di classe X, quando sono dirette verso la Terra, possono costituire una minaccia per gli astronauti nello spazio ed i veicoli spaziali, e possono anche interferire con le comunicazioni, i segnali di navigazione GPS, e causare blackout radio.
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