Se il periodo classico (dal 300 al 950 d.C.) è una fase molto studiata dagli archeologi, meno si sa degli albori dell'era pre-classica, ovvero antecedente al primo millennio a.C.
La nuova ipotesi contraddice le due teorie classiche in conflitto tra loro e sostenute dagli scienziati, secondo cui la civiltà Maya è nata grazie al contatto con la civiltà Olmeca oppure è una civiltà sviluppatasi per conto proprio in una zona tra gli attuali Guatemala, Belize e Messico meridionale.
Un nuovo studio pubblicato su “Science” chiarisce ora alcune questioni fondamentali, dimostrando che l’alba di questa civiltà fu il frutto di un processo più complesso di quello ipotizzato in passato.
Takeshi Inomata, professore di antropologia alla University of Arizona, si distacca sia dalla prima che dalla seconda ipotesi. Gli scavi da lui condotti al sito di archeologico di Ceibal, in Guatemala, stanno portando alla luce una storia ben più complessa.
I Maya sono generalmente noti per le monumentali opere architettoniche. Le imponenti piramidi, o i loro piazzali sterminati, testimoniano una cultura complessa e affascinante.
Basta la parola "Maya" a evocare sovrani e sacerdoti sontuosamente abbigliati mentre salgono le ripide scalinate di piramidi come quella di Tikal (foto in alto). Ma le piramidi non spuntano nella giungla dalla sera alla mattina, né lo fa una civiltà complessa come quella maya.
Apprezzata e celebrata per la sua architettura e per i risultati ottenuti in vari campi del sapere, come la matematica e l’astronomia, la civiltà Maya conserva un impenetrabile mistero: quello delle sue origini.
Inomata e il suo team hanno effettuato una campagna di scavi sotto le imponenti strutture di Ceibal per capire come sono state create. Inomata ha dato per scontato che alcuni celeberrimi monumenti poggiassero su strutture più antiche costruite allo stesso scopo.
La sua ipotesi si è rivelata corretta: ha individuato delle piattaforme più piccole, fatte di terra, al di sotto di piramidi di pietra, segno dell'esistenza di un complesso cerimoniale a Ceibal presente già attorno al 1000 a.C.
Le tecniche di datazione indicano che il complesso fu costruito prima di edifici simili trovati in altri siti Maya e che il momento di massimo splendore di Ceibal precede La Venta di almeno 200 anni.
La presenza di architettura cerimoniale in un periodo così precoce dell'esistenza dei Maya è un chiaro segnale del fatto che all'epoca esistessero già uno stile di vita radicato, metodi agricoli complessi, una religione e una società stratificata; tutti elementi che costituiscono una cultura unificata nonché le basi per dar vita a una più ampia civiltà.
Tutto questo, avvertono i ricercatori, non implica che la civiltà Maya fosse più antica di quella Olmeca, dal momento che di quest'ultima sono noti altri centri urbani importanti di epoca precedente a La Venta, e neppure che la civiltà Maya si sia sviluppata in modo indipendente.
L’ipotesi più probabile è che il baricentro culturale di una più ampia civiltà che le comprendeva entrambe si sia spostato da un'area all’altra, in un periodo compreso tra 1150 a.C. e 800 a.C.
“La nostra opinione è che lo scenario della cultura Maya delle origini sia molto più complesso di quanto ritenuto”, spiega Victor Castillo, antropologo dell’Università dell'Arizona e coautore dell’articolo.
“Non si può pensare in termini di mutua esclusione: le due ipotesi, quella della civiltà Maya come frutto di uno sviluppo indigeno e quella di un’influenza esterna che le ha dato impulso, colgono solo aspetti parziali della vicenda”.
“Di fatto - conclude Inomata - ci fu un esteso stravolgimento sociale che coinvolse le pianure dell'area settentrionale dell'America centrale in cui si sviluppò la civiltà Maya e probabilmente le coste del Chiapas e la zona meridionale del Golfo del Messico.
Il sito di Ceibal era parte di questo grande processo di cambiamento. L’emergere di una nuova forma di società, con una nuova architettura e nuovi rituali, divenne una base fondamentale per tutte le successive civiltà mesoamericane”.
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