Il rombo dei caccia israeliani accompagna giorno e notte la vita del popolo palestinese; non hanno una contraerea, e Jet e droni imperversano indisturbati nei cieli come falchi che cercano la preda.
Il boato delle esplosioni fa tremare le case, oltre che le persone. Interi quartieri sono spesso senza corrente elettrica, ed i lampi delle esplosioni illuminano le stanze dove molte famiglie si riuniscono, a lume di candela. Stanno tutti insieme per farsi coraggio, ma sopratutto "perché se ci bombardano almeno moriamo tutti insieme".
Il cuore in gola è costante, la sensazione è quella che prova chi aspetta una "botta" da un momento all'altro. Da quando è iniziata la mattanza dormire è difficile, molte persone non sono più entrate nel proprio letto, riposano qualche decina di minuti quando, per sfinimento, si addormentano, per svegliarsi di soprassalto quando un missile esplode vicino alla casa. A volte in casa.
Da quando è iniziata l'operazione oltre 10.000 abitazioni sono state rase al suolo; famiglie che hanno perduto la casa e con essa tutto quello che possedevano. L'esercito israeliano solitamente - ma non sempre - avvisa che sta per bombardare. La prassi di telefonare è stata sostituita con la pratica di "bussare sul tetto": il "Roof-Knocking", ovvero lanciano un missile sul tetto dell'abitazione che dopo uno, due minuti quando sono generosi, sarà rasa al suolo.
Qualcuno muore già con quello che gli israeliani considerano "un avvertimento"; c'è chi viene ferito e non riesce ad evacuare, chi perde i sensi e passerà dal sonno alla morte senza rendersene conto. I più fortunati riescono ad evacuare in tempo. I pochi che non hanno bambini in casa possono permettersi di portare fuori una borsa con qualche bene da salvare, già pronta vicino alla porta, e si precipitano fuori.
Una TV americana alcuni giorni fa ha intervistato alcuni israeliani che vivono nelle zone di frontiera, che in questo periodo convivono quotidianamente con il suono delle sirene di allarme azionate quando un razzo di Hamas potrebbe colpire il loro quartiere. Nella maggioranza dei casi si tratta di razzi "artigianali", con un potenziale bellico relativamente basso; e nella rara eventualità che il sistema difensivo israeliano "Iron Dome" non riesca ad intercettarli, quando centrano l'obiettivo non esplodono, e non sono abbastanza potenti per abbattere un'abitazione (vedi:http://www.nocensura.com/2014/07/esclusivo-ecco-i-terribili-missili.html) ma ovviamente se colpiscono una persona, sono letali.
Hanno mostrato le scene dei bambini che si affrettano ad entrare nei bunker, al sicuro. I cittadini intervistati hanno dichiarato di essere esasperati, ed è comprensibile. FIGURIAMOCI COME SE LA PASSANO I PALESTINESI, che non hanno "Iron dome", che se avessero una sirena d'allarme, suonerebbe ininterrottamente da più di 15 giorni; che hanno visto morire più di 700 concittadini mentre la conta dei feriti è arrivata alla soglia dei 5.000; c'è chi ha perso un parente, chi un amico, i vicini di casa...
Provate ad immaginare cosa provano i bambini in una situazione del genere...
GUARDA IL VIDEO: "67 secondi per non morire sotto le bombe"
https://www.facebook.com/photo.php?v=653305488093687 - 67 secondi: il tempo per una famiglia palestinese prima che la sua casa venga distrutta
Un video girato dall'italiano Elvio Gorelli, dimostra cosa sia l'orribile pratica del Roof-Knocking, l'avvertimento lanciato ad una casa palestinese prima che questa venga completamente rasa al suolo.
Alessandro Raffa per nocensura.com
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Palestina: convivere con il terrore e la paura di morire
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