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Come (non?) comunicare le scoperte scientifiche: una presentazione che è rimasta nella storia

Nella storia della medicina ci sono molti ricercatori che hanno compiuto sperimentazioni di elevato impatto, a volte mettendo a rischio la propria vita: è il caso, tanto per citarne uno, del dr. Werner Forssmann che sviluppò un sistema per introdurre un catetere nel cuore (una tecnica oggi fondamentale per molti interventi) e lo provò su sé stesso, peraltro facendo anche due rampe di scale con il catetere infilato per andare nella sala dei raggi X e confermare la posizione del catetere.

Ma di solito questa “drammaticità” riguarda la ricerca, non la presentazione dei risultati. Ed è forse per questo che la presentazione tenuta dal dottor Giles Brindely nel 1983 è a buon diritto negli annali degli studi sull’urologia. E non solo per l’importanza della scoperta nella cura delle difficoltà di erezione.

Sembra che Brindley fosse stato “provocato” da dei colleghi americani, che non erano del tutto convinti dei suoi risultati e lo avevano invitato a portare delle prove incontrovertibili sul suo rimedio alla disfunzione erettile.

Brindley si presentò in pantaloni della tuta, e al primo momento il pubblico non capì bene il perché. Quando il professore, ad un certo punto del suo intervento spiegò che si era iniettato il suo ritrovato in albergo, prima della conferenza, qualcuno iniziò a capire.

Brindley spiegò che a suo parere, nessuna persona normale avrebbe trovato eccitante parlare ad una conferenza di fronte ad un gran numero di persone. Poi si spostò dal podio, mostrando che lui in quel momento aveva un’erezione. “Sfortunatamente così non è abbastanza chiaro” sembra abbia detto, per poi tirarsi giù i pantaloni per mostrare il suo pene chiaramente eretto.

Potrebbe sembrare già abbastanza, ma Brindley voleva essere sicuro che la sua ricerca fosse compresa fino in fondo, e continuò, imperturbabile: “vorrei dare l’opportunità a qualcuno del pubblico di confermare il grado di tumescenza”. E scese dal palco tra lo stupore dei presenti che non sapevano più cosa fare né pensare, per quanto fossero per la stragrande maggioranza urologi abituati ad effettuare visite di quel tipo, ma chiaramente nel loro studio medico.

Qualcuno sembra si sia alzato e se ne sia andato. Altri hanno invece mantenuto il sangue freddo, e verificato che Brindley non stava usando protesi o altri meccanismi per fingere l’erezione, confermando quindi la bontà del suo metodo.


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