Un team di archeologi giapponesi ha scoperto nel villaggio di Asuka, nella prefettura di Nara, un grande tumulo che contiene una rarissima tomba a forma di piramide. La datazione preliminare colloca la tomba intorno al 6° secolo. La scoperta va ad aggiungersi al mistero di Asuka, luogo nel quale sono state scoperte megaliti di granito dalle forme insolite, come la Nave di Roccia si Masuda.
L’Asahi Shimbun riporta l’incredibile scoperta di un gruppo di archeologi giapponesi nei pressi di Asuka, prefettura di Nara: un tumulo con all’interno una tomba a forma di piramide.
Secondo i ricercatori, la tomba risalirebbe al 6° secolo d.C. e un tempo conservava i resti del potente capo clan Soga no Iname, un leader della dinastia Yamato che morì nel 570 d.C. A lui si devono i grandi progressi culturali e tecnologici del Giappone.
Scavi precedenti presso il sito avevano chiarito ben poco la struttura della tomba, ma i ricercatori del Kansai Archaeological Research Institute sono riusciti a portare alla luce i gradoni esterni di quella che sembra una vera e propria piramide.
“I ricercatori hanno controllato per capire se ci sono tombe con una struttura analoga in Giappone, ma non c’è nulla di simile”, ha detto un funzionario comunale di Asuka al Wall Street Journal. “La tomba è unica”.
La tomba a forma di piramide è stata sepolta sotto un tumulo di terra alto 7 metri e largo 40 metri. Strutture simili sono state ritrovate nell’antico regno di Koguryo (1° secolo a.C. – 7° secolo d.C.), un regno della Manciuria che si espandeva dal nordest della Cina fino alla parte settentrionale della penisola coreana. In base all’altezza del tumulo, i ricercatori stimano che la tomba si compone di sette o otto strati di pietra.
Il territorio di Auka è una terra ricca di interesse storico. Asuka affonda le sue origini nel periodo della storia giapponese definito Jidai Kofun (250-552 d.C.), caratterizzato dalla realizzazione di numerosi tumuli funerari, ma la piramide a gradoni scoperta di recente è decisamente diversa da quelli già trovati.
La zona è conosciuta anche per i suoi numerosi templi buddisti, santuari e statue, ma ci sono anche dei monumenti di pietra sulle colline circostanti Asuka che non si adattano allo stile della scultura buddista e che nessuno sembra sapere che li abbia realizzati, o quando.
Il più grande ed enigmatico dei monoliti di Asuka è certamente quello denominato Masuda no Iwafune (La Nave di Roccis di Masuda), lungo 11 m, largo 7 m, ed alto circa 5 m, pesa quasi 800 tonnellate ed è completamente scolpito nel granito.
La parte superiore della scultura risulta completamente appiattita, su cui insistono due cavità quadrate ampie un metro con una lastra di pietra ad esse parallela. Alla base del megalite vi sono delle rientranze a forma di reticoli che alcuni ritengono essere correlate al processo utilizzato dai costruttori per appiattirne i lati.
Lo scopo, il metodo e il periodo di costruzione sono un completo mistero. Tuttavia, sono state avanzate numerose ipotesi sullo scopo di questa struttura unica e insolita.
Una di esse viene proprio dal nome della roccia stessa, Nave di Roccia di Masuda. Si ritiene che la pietra sia stata scolpita in commemorazione della costruzione del lago di Masuda, uno specchio d’acqua che una volta si trovava nelle vicinanze e che poi è stato prosciugato diventando parte della città di Kashiwara.
Altri storici, invece, suggeriscono che la roccia sia parte di una tomba progettata per i membri della famiglia reale. Tuttavia, questo non spiega le caratteristiche insolite della costruzione, né mai sono stati trovati corpi o oggetti nelle vicinanze del megalite. Forse, dicono gli studiosi, si tratta di una tomba incompiuta.
Sebbene sia attualmente integrato nel santuario schintoista dedicato al dio shintoista Oshiko Jinja, nessuno sa quando sia stato costruito, quando e soprattutto perché.
Una delle poche conclusioni condivise è che l’intera regione su cui insistono gli enigmatici megaliti deve essere molto più antica dell’epoca Jidai Kofun, data la grande quantità di pietre scolpite presenti nell’area, e comunque, anche in questo caso, non c’è nessuna prova definitiva che possa confermare questa prospettiva.
Alla fine, la vera origine e lo scopo di queste enigmatiche sculture del Giappone antico rimangono avvolte dal mistero e, forse, perduti per sempre nelle pagine della storia antica del nostro pianeta.
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