Gli archeologi dell'Istituto di Archeologia e Etnologia di Poznan hanno portato alla luce un antico insediamento umane che risale a ben 70 mila anni fa. Si tratta dell'insediamento permanente di Homo Sapiens più antico dell'Africa, mostrando un livello di sviluppo e di adattamento molto maggiori rispetto a quanto precedentemente ipotizzato. La scoperta, inoltre, contraddice la teoria secondo la quale strutture abitative permanenti siano state realizzate solo dopo il grande esodo verso l'Europa e l'Asia.
Nel corso di alcuni scavi in Affad, nel nord del Sudan, un gruppo di archeologi dell’Istituto di Archeologia e Etnologia di Poznań, Polonia, ha trovato i resti di insediamenti umani la cui età è stimata a circa 70 mila anni fa.
Nel corso di alcuni scavi in Affad, nel nord del Sudan, un gruppo di archeologi dell’Istituto di Archeologia e Etnologia di Poznań, Polonia, ha trovato i resti di insediamenti umani la cui età è stimata a circa 70 mila anni fa.
Secondo i ricercatori, la scoperta confuta l’ipotesi precedente secondo la quale la costruzione di abitazioni permanenti è associata con la grande migrazione dall’Africa verso le zone più fredde dell’Europa e dell’Asia.
Come riporta PAP, il sito mostra che i primi Homo Sapiens non erano in balia di un ecosistema con il quale confrontarsi giorno per giorno. Quando i Neanderthal vivevano ancora in Europa, i nostri antenati africani erano già in grado di costruire case di considerevoli dimensioni, collocate in accampamenti divisi in aree con funzioni diverse.
Tutto ciò mostra un livello di sviluppo nel Medio Paleolitico molto più avanzato di quanto gli scienziati avevano precedentemente ipotizzato. “La scoperta di Affad è assolutamente unica per il Medio Paleolitico”, spiega la dottoressa Marta Osypińska, responsabile del progetto. “Ci siamo imbattuti in tracce di strutture il legno, un officina dove lavorare le pietre e uno spazio per il taglio degli animali cacciati”.
La scoperta, inoltre, rivela che i primi uomini cacciavano sia i grandi mammiferi, come ippopotami, elefanti e bufali, che animali di taglia più piccola, come scimmie e roditori africani. I dati ottenuti arricchiscono notevolmente la conoscenza della vita in Africa al tempo della conquista dell’Europa, permettendo di determinare il grado di sviluppo intellettuale, il comportamento razionale e la capacità di pianificazione.
Il lavoro degli archologi polacchi continuerà fino a metà marzo dell’anno prossimo, ma i risultati degli studi saranno disponibili solo nel secondo trimestre dell’anno. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito ufficiale:www.archeosudan.org.
Gli scienziati polacchi collaboreranno con gli scienziati di Oxford per svolgere un’analisi della storia geologica della zona. I risultati aiuteranno a determinare le condizioni climatiche e ambientali che prevalevano nella valle centrale del Nilo nel tardo Pleistocene e identificare i fattori che hanno permesso la buona conservazione del sito di Affad.
“Con il monitoraggio degli strati geologici saremo in grado di ricostruire la storia della loro formazione e determinare il momento in cui i primi uomini hanno deciso di insediarsi qui, cercando di capire i fattori che ne hanno determinato la scelta”, conclude la dottoressa Osypińska.
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