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Nato rafforza presenza militare ai confini con la Russia. Mosca: "Così si alimenta la tensione"

Cinque basi nei paesi baltici, in Polonia e Romania. Rasmussen: "Potrà reagire in tempi brevissimi". Obama scettico sul rispetto dei patti. Renzi: "Putin sia saggio". Nuove sanzioni Ue. Sull'Is interviene Kerry: "Ampia coalizione, ma senza truppe di terra".

NEWPORT (GALLES) - Resta teso il rapporto tra la Nato e la Russia. I leader dell'Alleanza atlantica hanno approvato la formazione di una nuova forza di risposta rapida per contrastare eventuali minacce ad alleati, con un chiaro riferimento all'atteggiamento di Mosca nella vicenda Ucraina. Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha annunciato che sarà mantenuta una "presenza continua" nell'Europa dell'est. La nuova struttura sarà un'unità militare permanentemente in estrema allerta in grado di entare in azione subito. Inoltre saranno istituite 5 basi-deposito distribute ai 'confini' con la Russia nei paesi baltici, in Polonia e Romania. Nei giorni scorsi Rasmussen aveva evocato una "forza capace di viaggiare leggera e colpire duro", una struttura in grado di "reagire in tempi rapidissimi, con tempi d'avviso davvero minimi". Un atto necessario per il cancelliere tedesco, Angela Merkel perchè "la Nato rispetta gli accordi presi con Mosca e al Memorandum di Budapest, ma la Russia ne ha violato i principi in più punti, e dunque l'articolo 5, la disponibilità di essere pronti gli uni per gli altri, ha assunto maggior significato". Rasmussen ha assicurato però che, nonostante le "gravi violazioni" all'atto fondativo commesse da Mosca, l'Alleanza atlantica non ha intenzione di uscire dal consiglio Nato-Russia.

Il presidente polacco Bronislaw Komorowski ha preannunciato che la nuova forza, di stanza con contingenti a rotazione in Polonia, "sarà formata da circa 5.000 soldati".  Londra ha già indicato il suo impegno a partecipare con 1.000 uomini. Il primo ministro britannico David Cameron ha inoltre indicato l'impiego di 3.500 soldati con riferimento alle forze impegnate in esercitazioni Nato nei baltici e in Europa dell'Est nei prossimi due anni.



Nuove sanzioni Ue. Gli ambasciatori dei 28 paesi membri dell'Ue hanno raggiunto in serata un accordo per l'adozione di nuove sanzioni economiche contro la Russia che saranno adottate formalmente lunedì con una procedura scritta.
Il nuovo pacchetto "darà al'Unione europea uno strumento efficace, che ci consentirà di dare una risposta in breve tempo" e "aumenterà l'efficacia delle misure già adottate" si legge nella lettera di Van Rompuy e Barroso. Inoltre "rafforzerà il principio che le sanzioni dell'Ue hanno l'obiettivo di promuovere un cambio di atteggiamento della Russia in Ucraina".

La replica di Mosca - La risposta russa alle decisioni del vertice è arrivata nel giro di un'ora. Per Mosca, la Nato ha usato la crisi ucraina solo "come pretesto per attuare piani concepiti da tempo" e quanto dichiarato sulla situazione ucraina e annunciato in merito a esercitazioni congiunte in Ucraina non farà che "accrescere la tensione" e "minacciare" i progressi nel processo di pace. La dichiarazione viene dal ministero degli esteri russo.

Molto dipenderà dal rispetto dell'accordo della tregua firmato oggi tra Ucraina e insorti filo russi. Si definisce "speranzoso ma scettico" il presidente Usa, Barack Obama: "Al cessate il fuoco devono seguire i fatti. L'aggressione della Russia è una minaccia per l'Europa libera" ha affermato il presidente Usa, Barack Obama, sottolineando che se Mosca continuerà ad alimentare le tensioni ci saranno nuove sanzioni. 

Fronte IsContinua il lavoro degli Usa per creare una coalizione pronta a combattare la minaccia degli Jihadisti sunniti dello Stato Islamico. Il segretario di stato John Kerry, al summit Nato di Newport in Galles, è stato chiarissimo: bisogna formare una "coalizione", la più ampia possibile, "ovviamente con una linea rossa invalicabile per tutti noi: escludere l'impegno di truppe di terra".  Per Kerry bisogna attaccare l'Is "in modo da impedire loro di conquistare altro terreno, e rafforzare le forze di sicurezza irachene e gli altri nella regione (curdi in primis, ndr) che sono pronti a combattere contro di loro, ma senza impiegare le nostre truppe di terra", ha detto incontrando gli omologhi di Gran Bretagna, Francia, Germania, Canada, Australia, Turchia, Italia, Polonia e Danimarca.

Un altro tema sul tavolo di Newport è stato quello sulle spese per la difesa dei singoli stati. Obama e Cameron stanno facendo pressioni sui partner della Nato affinché ogni paese membro rispetti l'impegno di spendere per la difesa un ammontare pari al 2% del proprio Pil. Al momento solo quattro Paesi della Nato rispettano questa soglia, cioè Usa, Regno Unito, Grecia ed Estonia.

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Obama nel primo giorno di un vertice  ha sferzato gli europei chiedendo uno sforzo maggiore, anche militare, perché si adeguino alle "nuove missioni della Nato sui fronti vicini, Ucraina e Iraq-Siria, dove la sicurezza dell'Occidente è minacciata". La preoccupazione maggiore, condivisa da Cameron, è per l'alto numero di jihadisti con passaporto americano o britannico, ma anche di molti paesi europei, che sono andati a combattere per il califfato e che potrebbero compiere attentati nei paesi occidentali. "L'Isis è una grave minaccia per tutti e nella Nato c'è una grande convinzione che è l'ora di agire per indebolire e distruggere l'Isis", ha detto Obama. Cameron annuncia che i 28 sono "unanimi nella condanna degli atti barbarici" degli uomini in nero. Il premier britannico sottolinea che la lotta dovrà essere "guidata dagli iracheni" e che Assad non può essere parte della soluzione perchè "è parte del problema". Ad agire sarà una coalizione, non la Nato in quanto tale. Rasmussen ribadisce che se Baghdad lo chiederà l'Alleanza potrà dare assistenza ma limitata all'addestramento e alla consulenza. "Nel vertice non si è discusso di un intervento militare diretto" ha precisato il segretario Nato. Niente ritorno in Iraq, insomma.Renzi. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi al suo primo summit Nato ha ricalcato la linea già espressa dalla Merkel: "Se non c'è l'accordo, le sanzioni facciano il loro corso. Ma lasciamo aperto il canale del dialogo". Il premier parla di ore complicate: "Voglio sperare che Putin abbia il desiderio di porre realmente fine alle polemiche e ai violenti scontri, alle invasioni di sovranità che ci sono state. Oggi la partita è in mano alla Russia e spero che possa prevalere la saggezza, anche perché avremo bisogno di una Russia pienamente integrata nella comunità internazionale". Smentisce le voci su veto italiano sulle sanzioni per ragioni economiche e spiega che è "pronto unpaccatto di misure corpose contro la Russia". All'invito arrivato da Washington e Londra di aumentare le voci in bilancio destinate alla difesa risponde con una proposta: "Se l'Europa considera la spesa per la difesa "strategica" allora andrebbe tolta dal Patto di stabilità". E sulla questione Is, Renzi annuncia che l'Italia non si tirerà indietro e farà parte della forza di intervento, prevista oggi a Newport. 

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