DI COLIN TODHUNTER* globalresearch.ca Una delle più impressionanti fotografie mai scattate fu opera di una macchina, non di una persona. Il nome della fotografia è “Pale Blue Dot” ( punto azzurro, ndt.). Si tratta di un'immagine della Terra presa nel 1990 dalla sonda Voyager, a circa 6 miliardi di chilometri dal nostro pianeta, mentre la navicella stava lasciando il Sistema Solare. La Terra appare come un minuscolo punto, quasi perduto nella vastità dello spazio. “Blue Marble” (biglia blu, ndt.) è un'altra immagine dallo spazio che mostra la Terra. Fu scattata dall'Apollo 17 nel 1972. L'intero pianeta è un vivido, incantevole turbinio di profondi oceani blu, bianche nuvole sparse e solide masse di terra verde posto in netto contrasto con l'apparente vuoto spaziale. Vedere la magnifica fragilità della Terra appesa in un'impressionante distesa di nero è meraviglioso quanto mortificante. L'astrofisico Carl Sagan ha commentato riguardo al “Pale Blue Dot” dicendo che là fuori, nello spazio, non c'è alcun sospetto, nessun indizio, che ci sia vita qui. Non c'è traccia dei battibecchi, dell'atteggiarsi, delle religioni, delle civiltà o dottrine umane.Non c'è alcuna possibile comprensione dell'intensità o dell'ampiezza delle umane gioie e meraviglie, pregiudizi e sofferenze. Sotto la colorata maschera blu della Terra, si nasconde una favola triste. E una storia di centinaia di milioni di morti causati da guerre e conflitti inutili che hanno avuto luogo lungo le ere. Non c'è stato bisogno di molta coercizione per distruggere creature viventi nei loro gruppi e fagocitare ed esaurire risorse naturali limitate. Abbiamo distrutto in un batter d'occhio ciò che la Terra ha impiegato milioni per far crescere. Sagan una volta ci chiese di considerare quanto sangue è stato versato da generali e imperatori solo per diventare padroni temporanei di una parte di questo piccolo punto blu e quanta crudeltà è stata portata ripetutamente da una parte degli abitanti del pianeta verso un'altra parte appena distinguibile di abitanti. Sagan non è solo. Durante i nostri momenti più riflessivi, ognuno di noi potrebbe preoccuparsi di rimuginare su tali sentimenti. Mentre osserviamo il possibile crescendo di una guerra guidata dagli Stati Uniti contro l'Iran e rendiamo testimonianza degli ululati della propaganda e dell'inganno della pace attraverso la canna di un fucile, al mondo viene detto che l'Iran minaccia la stabilità globale. A causa di quello che sta diventando un'incessante carica dei media a favore della guerra, un crescente numero di cittadini degli USA ora sostiene un attacco militare alle installazioni nucleari iraniane, nonostante non ci sia nessuna prova credibile a indicare che l'Iran stia veramente sviluppando alcuna arma nucleare. Un reportage di un canale statunitense ha persino mostrato una portaerei USA passare attraverso lo Stretto di Hormuz dicendo che la nave era la prima linea di difesa “del Mondo” nel caso l'Iran, privo di armi nucleari, decidesse di scatenare il “terrore” su Israele, equipaggiato con armi nucleari, in risposta ad un primo attacco all'Iran di Tel Aviv. Che logica contorta. Che arroganza. Nel caso esposto, qualsiasi “terrore” sarebbe istigato dallo stesso attacco israeliano all'Iran. Ciò è stato convenientemente messo da parte. E per quanto riguarda “il Mondo”, leggasi Stati Uniti e i suoi stati clienti. E secondo quale confuso ragionamento l'Iran è una minaccia agli Stati Uniti, il Paese più potente militarmente che il mondo abbia visto, tralasciando il fatto che gli Stati Uniti hanno basi militari che circondano l'Iran nei suoi Paesi confinanti. Eppure, i media USA, come fecero per l'Iraq, stanno convincendo larghe fette del pubblico che l'Iran, all'altro capo del mondo, sia una minaccia diretta per gli USA. La minaccia alla pace e alla stabilità globale non ha a che fare con l'Iran o con la Cina, o con alcuno spauracchio che il Pentagono si preoccupi di inventare. Lo storico William Blum scrisse lo scorso anno che, dal 1945, gli Stati Uniti hanno cercato di rovesciare più di 50 governi, la maggior parte democraticamente eletti; hanno tentato di sopprimere un movimento popolare o nazionale in 20 Paesi; hanno interferito in modo grossolano in elezioni democratiche in almeno 30 Paesi; hanno sganciato bombe sul popolo di oltre 30 Paesi, e hanno provato ad assassinare più di 50 leaders stranieri. Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu dice che l'Iran sta destabilizzando il mondo e la sua aggressione deve essere fermata. Nessun cenno da Israele sugli assassinii di scienziati nucleari in Iran. Nessun cenno degli attacchi informatici ai danni dell'Iran, del finanziamento di milizie antigovernative all'interno dell'Iran o altre strategie di destabilizzazione stipendiate dagli Stati Uniti, dal Mossad, dalla CIA o dall' M16. Non si tratta di chi ci salverà dall'Iran, ma di chi ci salverà dal tipo di terrore e instabilità che abbiamo visto istigato dagli USA o dalle forze appoggiate dagli Stati Uniti in Pakistan, Libia, Afghanistan e Iraq. Chi ci salverà dal terrore economico portato in Grecia, o qualsiasi altro numero di Paesi, inclusi gli stessi Stati Uniti, dai cartelli corporativi e dalle istituzioni finanziare che sotterrano rendite in paradisi fiscali aspettandosi che le persone comuni portino il peso dei loro crimini? Con Washington che ha già fatto del suo meglio per destabilizzare l'Iran, un'enorme concentrazione di truppe USA ha avuto luogo nella regione per diversi mesi. L'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) può anche gridare “al lupo!” riguardo l'intenzione dell'Iran di acquisire un armamento nucleare, ma non è un fatto molto sorprendente dato che un cablogramma diplomatico pubblicato da Wikileaks descrive il Direttore Generale della AIEA, Yukiya Amano come “saldamente dentro la corte degli Stati Uniti” e “pronto per il prime time”. L'Ambasciatore della Cina all'ONU ha già avvertito Yukiya Amano di non creare prove “infondate” per giustificare un attacco militare all'Iran in nome del blocco del suo programma nucleare. Limitata la sua influenza in Libia, un alto ufficiale governativo cinese ha già intimato che ogni minaccia al Pakistan sarà considerata come una diretta minaccia alla Cina, secondo il sito JunshiJia, che citava alcuni mesi fa un report della Tv Centrale cinese. Il report inoltre affermava che con l'intensificarsi della guerra statunitense in Afghanistan e con la minaccia di intervento armato contro l'Iran che si fa più forte, il rischio di uno scontro con la Cina aumenta. Mentre l'Occidente medita un'altra dose di omicidi e distruzione, sicuramente le menzogne che hanno portato alla guerra in Iraq sono ancora troppo fresche nella mente del pubblico occidentale per farsi ingannare ancora una volta. A questo punto dovrebbero vedere il continuo inganno guidato dagli Stati Uniti della guerra perpetua per la pace perpetua. In definitiva, non c'è alcuna pace da trovare nell'Armageddon. Speriamo così perché, in tutta la nostra oscurità e isolamento su questo insignificante punto azzurro, non c'è alcun presagio che l'aiuto verrà da altrove. Dobbiamo agire per salvarci da noi stessi. Colin Todhunter, originario del Nordovest dell'Inghilterra, Colin Todhunter ha passato molti anni in India; ha scritto ampiamente per il Deccan Herald di Bangalore, il New Indian Express e il Morning Star (inglese). I suoi articoli sono inoltre apparsi in molti altri quotidiani, riviste e libri. Il suo sito East by Northwest è in http://colintodhunter.blogspot.com.
Fonte: www.globalresearch.ca
Link: http://www.globalresearch.ca/americas-war-next-stop-iran-who-will-save-us/
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