La più bella tomba a corridoio d’Europa si apre verso sudest, in perfetto allineamento col punto in cui sorge il sole nel solstizio d’inverno. Accanto al fiume Boyne, in Irlanda, nel punto in cui le acque compiono un’ampia curva, un cimitero preistorico accoglie più di 25 tombe a corridoio.
Nota come ‘Bend of the Boyne’ (Ansa del Boyne), la necropoli dà l’impressione di essere stata costruita sulla collina in modo che le tre sepolture più belle - Newgrange, Knowth e Dowth - possano dominare la fertile vallata sottostante.
La tomba a corridoio di Newgrange è il più interessante sito preistorico irlandese: è infatti decorata da rilievi rocciosi di insigne fattura. Si pone però una domanda: Newgrange era solo un sepolcro o aveva qualche altra funzione? La tomba, saccheggiata e in rovina, fu riscoperta nel 1699, e l’antiquario gallese Edward Lhuyd (1660-1708) fu uno dei primi ad entrarvi.
Egli scrisse: «In un primo momento fummo costretti ad avanzare carponi, ma via via che proseguivamo i pilastri ai due lati diventavano sempre più alti, ed accedendo alla sala sotterranea scoprimmo che era alta una ventina di piedi. Nella sala, a destra e a sinistra, vi erano due celle o camere, e una terza si estendeva in direzione dell’entrata».
Il corridoio attraverso cui Lhuyd passò è lungo più di 18 metri e termina in tre stanzette contenenti tre vasche in pietra massiccia. Le pietre che compongono l’alto tetto a modiglioni sono perfettamente bilanciate e ben salde pur in assenza di malta. In 5000 anni solo due di esse si sono rotte. Una simile perfezione progettuale ed esecutiva dimostra come i costruttori di Newgrange, vissuti verso il 3250 a.C., possedessero una straordinaria perizia.
Il santuario interno della tomba a corridoio è illuminato dai raggi del sole solo nei giorni prossimi al solstizio d’inverno. Ogni mattina, per una ventina di minuti, nei pochi giorni che precedono e seguono il giorno più breve deiranno, un sottile raggio penetra nel vano del tetto sopra l’entrata e tocca la vasca di pietra situata in fondo al corridoio.
All'interno del tumulo c’è una camera a forma di croce, terminante in tre nicchie con grandi vasche di pietra. Il tetto a modiglioni, di brillante concezione costruttiva, si innalza a 6 metri e culmina in un punto che sovrasta le nicchie. Molte pietre interne mostrano la stessa varietà di incisioni simboliche delle esterne.
La tomba a corridoio di Newgrange era originariamente coperta da un enorme tumulo ovale alto 14 metri (oggi ridotti a 9) con un diametro di 76 metri. Estesa su più di mezzo ettaro, la collina artificiale era costituita da circa 200.000 ciottoli tolti dal letto del vicino fiume e rivestiti di lucente quarzo bianco. Lungo il perimetro esterno del tumulo giacciono adagiate sul fianco 97 pietre di confine. Attorno alla tomba sorge un cerchio di pietre erette; 12 dei 35 massi originari sono tuttora visibili.
Il significato delle incisioni
Lo sguardo del visitatore attento è attratto a Newgrange da una profusione di belle incisioni nella roccia. L’entrata è sorvegliata da una pietra percorsa da spirali e nel corridoio più di una dozzina di massi eretti sono decorati. Anche molti lastroni e modiglioni del tetto presentano sculture, talvolta sul lato superiore, nascosto.
All'interno, nella parte bassa di uno dei montanti, scopriamo l’incisione più bella, unatripla spirale. All’esterno, molte delle pietre di confine sono ornate, qualche volta sulle superfici interne nascoste alla vista. Oltre alle spirali, altri motivi molto comuni ricorrenti a Newgrange sono le losanghe, le linee a zig-zag e i cerchi. Ma stranamente essi non coincidono con i simboli più usati in altre tombe a corridoio irlandesi.
Qual è allora il loro significato?
Le spirali rappresentano forse il viaggio labirintico dell’anima verso il regno dei morti. L’apertura praticata nel vano del tetto sovrastante l’entrata consente il passaggio della luce del sole solo nella mattina dei giorni vicini al solstizio d’inverno.
I primi antiquari non si curarono troppo di queste decorazioni. Thomas Molyneux, un professore di fisica del XVIII secolo che insegnava al Trinity College di Dublino, le definì ‘incisioni di tipo barbaro’, e molti dopo di lui le credettero semplici ornamenti. Più di recente, sono stati compiuti seri sforzi per scoprire il significato che si cela dietro gli effetti decorativi.
Un ricercatore di spicco nel settore è Martin Brennan, il cui libro La visione della valle del Boyne è un’analisi delle oltre 700 pietre scolpite del luogo. A conclusione del suo studio, l’autore afferma che la maggioranza dei disegni registrano osservazioni astronomiche e cosmologiche e che Newgrange fu, oltre il resto, il più grande e antico orologio solare del mondo. «Per la popolazione della valle del Boyne», scrive Brennan, «lo studio dei movimenti del sole era importantissimo. Essi erano i più esperti lettori di meridiana del Neolitico».
La sete di sapere non era l'unica motivazione degli uomini che costruirono le strutture di Newgrange e Stonehenge, dove pure venivano compiute osservazioni astronomiche. Forse essi miravano anche ad apprendere nuove nozioni sull’universo e a stabilire collegamenti diretti e significativi fra esso e le loro vite. Newgrange non è soltanto un orologio solare o un osservatorio, ma sembra essere un simbolo della stessa forza vitale.
Nella sua forma originaria, il tumulo che copriva la tomba a corridoio era ovale, e in quest’uovo portatore di vita penetrava un lungo corridoio terminante in una camera a caverna, che simboleggiava forse il ventre materno. All’interno sorge un alto pilastro a forma di fallo, ed è possibile che le due palle di gesso ritrovate a Newgrange fossero simboli sessuali maschili.
I raggi del sole nel solstizio d’inverno
Newgrange fu costruita per trarre beneficio dall’elemento dispensatore di vita per eccellenza, il sole. Sopra l’entrata, che in origine era sigillata da una lastra di pietra, si trova una piccola cavità il cui tetto reca incisioni a doppie spirali e losanghe. Il vano era provvisto di porte di pietra che potevano essere aperte e chiuse.
La struttura è orientata in modo che all’alba del solstizio d’inverno il sole, sorgendo, illumini la tomba attraverso questo vano - la porta veniva in quel giorno appositamente aperta. Il raggio di sole penetra lungo il corridoio, fino a raggiungere il centro della camera.
Michael O’Kelly, professore di archeologia presso la Cork University, ha compiuto di recente degli scavi a Newgrange e il 21 dicembre 1969, all’alba, si trovava nella tomba pronto ad assistere a quanto sarebbe successo. «Esattamente alle 9 e 54 dell’ora legale britannica», scrisse, «il margine superiore della sfera solare apparve sull’orizzonte locale, e alle 9 e 58 il primo raggio di sole diretto brillò attraverso il vano del tetto e lungo il corridoio per giungere a sfiorare, toccando il pavimento della camera tombale, il bordo frontale della vasca di pietra dell’ultima stanza.
Man mano che la sottile riga di luce si allargava, fino a diventare una fascia larga 17 cm che spazzava il pavimento della camera, la tomba fu investita da un violento fiotto luminoso e la luce riflessa dal pavimento fece chiaramente risaltare vari particolari delle camere laterali e terminale e del tetto a modiglioni. Alle 10 e 04 la fascia cominciò di nuovo a restringersi e alle 10 e 15 in punto il raggio diretto lasciò la tomba».
Il solstizio d’inverno è il giorno più breve dell’anno, il momento in cui la forza vitale ricomincia a infondere vita alla terra addormentata. Forse, fra tutte le incisioni, è la tripla spirale della camera a rappresentare ciò che i costruttori di Newgrange si sforzavano di raggiungere con quella che impropriamente viene chiamata ‘tomba’: è possibile che la spirale entrante simboleggiasse il viaggio intrapreso dal defunto e l’uscente ne illustrasse la rinascita.
Può darsi che, a Newgrange, avesse luogo la fecondazione simbolica dell’uovo cosmicocapace di assicurare la continuazione del ciclo eterno della morte e della rinascita. Probabilmente i sacerdoti depositavano i resti cremati di alcuni antenati nelle vasche di pietra delle camere, dove essi potevano essere toccati dalla luce del sole a metà inverno, ottenendo così una conferma simbolica della prosecuzione della stirpe.
Newgrange è solo un elemento del complesso di Bend of thè Boyne, anche se artisticamente è il più compiuto. Forse le tombe principali costituiscono nel loro insieme delle registrazioni scientifiche che solo ora, 5000 anni dopo, cominciano a essere decifrate. I reperti dimostrano un’altra volta che l’uomo preistorico non era né semplice né barbaro, bensì in possesso di conoscenze e capacità che superano di gran lunga la nostra immaginazione.
http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/archive/2012/05/03/newgrange-il-piu-grande-e-antico-orologio-solare-del-mondo.html
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