Proviamo a fare un viaggio immaginario oltre il mondo fisico. Come può essere la vita dell'aldilà, e come si rapporta con noi?
Abbiamo molte informazioni che ci vengono dalle religioni, ma specialmente dagli studi spiritici. Molte di esse sono contraddittorie, tanto da farci dubitare su quello che ci viene detto, o forse è la nostra incapacità a comprendere; non lo so. Però, tra tutte le spiegazioni, si trova un filo di coerenza logica per cui vale la pena approfondire e cercare di comprendere.
Partiamo dalla concezione dello svolgersi della vita; cioè di una continuazione dello scorrere del tempo.
Per quello che ho capito, il meccanismo del tempo (con tutta la soggettività del caso) è identico in tutti i piani di esistenza che si esprimono attraverso la percezione. Quindi anche nell'aldilà c'è un prima, un durante, un dopo in quanto vi sono azioni e pensieri che scandiscono questo tempo.
Altra cosa è quando l'individuo ha svegliato la sua consapevolezza sui piani superiori di esistenza, in cui la vita si svolge per identificazione in una comunione totalizzante l'essere (quello che gli orientali chiamano Nirvana).
Ma questo è un problema che riguarda chi ha raggiunto un livello evolutivo tale da essere considerato santo o illuminato e non ha più bisogno nè di percezione nè di reincarnazione.
Per ora cerchiamo di capire se ragionevolmente possiamo concepire l'aldilà per come ci viene raccontato nelle nostre possibilità di comprensione.
Allora si deve considerare che un'entità che vive sul Piano Astrale o Mentale, è sempre in rapporto con il mondo fisico. Infatti non si è consapevoli dei Piani superiori a quello su cui ci troviamo, ma lo si è per quelli inferiori.
Quindi, un'entità che sia legata emotivamente con i propri cari, rimasti sulla terra, sarà sempre unita a loro e continuerà a seguirli per quegli aspetti di affinità che scoprirà nel suo percorso meditativo e di comprensione.
Però avendo superato l'emotività più grossolana e avendo raffinato il suo pensiero allargandolo alla comprensione del perchè dei fatti vissuti, saprà anche gestire meglio le situazioni che nel mondo fisico appaiono dolorose o senza speranza.
Infatti, da quello che ci hanno spiegato, le questioni terrene irrisolte hanno un'importanza relativa in quanto (a parte casi eccezionali) si acquista una visione d'insieme in cui si possono collocare anche quegli aspetti che possono apparire drammatici o senza possibilità di soluzione.
Insomma, la vita astrale e mentale hanno una vivezza, un'energia e una completezza emotiva e mentale, che tutto appare con i giusti valori e la lotta, combattuta sul piano fisico, preziosa e fonte di quelle promesse che si stanno realizzando.
E' la prospettiva che è diversa, non il tempo.
Sinceramente non saprei dare un'idea precisa di come si svolga questo rapporto.
Le informazioni che le varie fonti hanno dato sono molto vaghe o inesistenti; e tutto su fonda su principi generali da cui si può dedurre qualche idea.
Inoltre quello che mi sembra di aver capito (e che credo) non è facile da ridurre in schemi semplici, perchè implica diversi aspetti della realtà fisica e animica che ci è stata spiegata.
Il problema nasce dal fatto che nel nostro immaginario il mondo fisico è diviso dagli altri piani di esistenza; così si dimentica che questi non sono "luoghi", ma stati di coscienza. E' la consapevolezza che cambia, non l'ambiente.
Dunque i nostri cari trapassati non sono in un luogo distante dal nostro, e ciò che vedono, sentono, vivono è un riflesso e un esercizio di comprensione, di quello che hanno visto, sentito e vissuto nel mondo fisico in relazione con noi e con coloro con cui hanno condiviso certe esperienze.
Ecco il punto.
Le esperienze condivise e il rapporto di amore o amicizia che è stato vissuto, hanno creato un legame emotivo e mentale, per cui il loro vissuto astrale o mentale è "impregnato" di queste sensazioni ed emozioni; le impronta tanto da rendere fattivo un collegamento fra il loro astrale e il nostro, il loro mentale e il nostro; un po' come la telepatia, ma qualcosa di più coinvolgente che una semplice trasmissioni di pensieri e di emozioni.
In parole povere loro continuano a sentirci e dialogare con noi, a "viverci" per quello che è stato il nostro rapporto. Soltanto che di questo noi non siamo consapevoli, perchè la nostra attenzione (consapevolezza) è limitata al piano fisico, invece l'astrale, in cui si muovono i nostri cari, vibra a livelli di cui non possiamo essere coscienti, se non in particolari circostanze, come ad esempio nei sogni o in ricordi improvvisi di struggente nostalgia o ancora con intuizioni quasi "guidate", ispirazioni risolutive, ecc..
Certo tutto questo, per noi, passa attraverso la mente razionale e spesso il simbolismo del suo linguaggio profondo non sempre rappresenta compiutamente la realtà della loro presenza. Inoltre sappiamo bene che ogni pensiero è sempre rivestito dai nostri timori, desideri, necessità e speranze, per cui il dialogo si traduce in un messaggio più simbolico che concreto e quasi sempre rivestito da questi componenti.
Per riuscire a inquadrare bene questo mistero bisogna ricordare due aspetti principali:
1 - I trapassati sono divisi da noi esclusivamente da uno stato di coscienza, e dove questo trova la sua sintonia (sincronicità, sincronismo, affinità, ecc.) la divisione è annullata.
2 - Loro sono sempre consapevoli di questo rapporto, e lo continuano a vivere in un dialogo di cui solo noi non siamo del tutto coscienti.
Se si hanno presenti questi aspetti, forse la loro perdita può risultare più sopportabile e la speranza di rivederli potrà essere la forza che ci permetterà di affrontare la nostra vita con un nuovo slancio di rinnovamento che, sicuramente, loro vogliono.
Ricordiamoci sempre che se i nostri cari hanno lasciato il piano fisico vuol dire che avevano finito il loro compito. Noi ancora no.
0 commenti:
Posta un commento