KIEV - Venti di guerra sempre più forti in Ucraina, dove sembra aprirsi un nuovo fronte di combattimenti nei pressi del confine sud-orientale con la Russia: Kiev ha annunciato che le forze armate ucraine hanno ingaggiato combattimenti con un convoglio di blindati russi penetrati in territorio ucraino a 10 km da Novoazovsk, sul Mar d'Azov, nei pressi dell'importante porto di Mariupol. Mentre le forze di sicurezza ucraine sostengono di aver fatto prigionieri 10 paracadutisti del 331esimo reggimento della 98esima divisione aerotrasportata di Mosca abitualmente di stanza nella Russia centrale. "I soldati russi sono stati catturati insieme ai loro ducumenti personali e alle armi", ha dichiarato il ministro della Difesa di Kiev, Valeriy Geletey. Sviluppi cui l'amministrazione americana e le cancellerie occidentali guardano con preoccupazione. Le "incursioni militari" della Russia in Ucraina costituiscono una "escalation significativa", ha commentato la Casa Bianca.
Tutto questo mentre l'Ucraina si avvia alle urne: il presidente Petro Poroshenko in serata ha firmato il decreto per sciogliere il Parlamento, dopo la crisi di governo delle settimane scorse, e ha indetto nuove elezioni per il prossimo 26 ottobre. Una mossa necessaria, ha scritto lo stesso Poroshenko, in quanto un nuovo Parlamento è necessario al Paese per "uscire dalla guerra" e per accelerare il cammino d'integrazione nell'Ue.
Tornando a quanto accade sul terreno, l'esperto militare filogovernativo Dmitri Timchuk ha riferito che alcuni mezzi bellici sono stati fermati dai soldati ucraini, ma altri (dieci mezzi blindati, due carri armati e due camion) continuano a penetrare in territorio ucraino. Le autorità militari di Kiev hanno comunicato che le vie di comunicazione con Mariupol restano sotto il controllo governativo. La città costiera sul Mar d'Azov conta 500mila abitanti ed è il cuore della siderurgia ucraina con le più importanti fabbriche del Paese. L'eventuale perdita di questo centro potrebbe rappresentare un duro colpo per Kiev.
Come già avvenuto anche nei giorni scorsi, le autorità russe hanno negato la veridicità di tali affermazioni, smentendo qualsiasi sconfinamento in territorio ucraino. Una guerra di informazioni che corre parallela a quella sul campo e che ogni giorno si arricchisce di nuovi capitoli. A smentire l'annuncio è stato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, secondo quanto riportato dal sitoRussia Today.
Sembra dunque non essere servita a molto la missione di Angela Merkel a Kievper fermare l'escalation di violenza nell'est dell'ex repubblica sovietica.
Dopo aver precisato di aver già informato Kiev, il capo della diplomazia di Mosca ha affermato che il convoglio sarà inviato probabilmente questa settimana seguendo "la stessa rotta e gli stessi parametri" di quello della settimana scorsa, giunto a Lugansk senza l'avallo delle autorità ucraine. L'episodio era stato condannato dalla comunità internazionale e l'Ucraina aveva parlato di "invasione" russa.
Lavrov ha rilanciato le accuse contro Kiev: il trattamento dei civili dell'est ucraino da parte delle forze ucraine può essere considerato un "crimine di guerra" e le truppe governative potrebbero cominciare presto la "pulizia etnica" nella regione. Un'accusa pesante, che potrebbe preludere ad ulteriori azioni russe sul campo.
Al contempo il ministro degli Esteri russo non ha voluto chiudere le porte alla trattativa e non ha escluso che domani a Minsk possa avvenire un faccia a faccia tra Vladimir Putin e Poroshenko. Il leader del Cremlino parteciperà al vertice dell'Unione doganale (Russia-Bielorussia-Kazakhstan) a Minsk con l'Ucraina e la Ue.
Lavrov ha inoltre denunciato che l'Occidente sembra aver "perso interesse" nell'inchiesta per l'abbattimento dell'aereo della Malaysian Airlines, in cui sono morte 298 persone. E accusando gli inquirenti internazionali di mancanza di trasparenza, ha chiesto che le registrazioni delle scatole nere dell'aereo siano rese pubbliche. A suo dire non ci sarebbero prove di un coinvolgimento dei miliziani filorussi nell'abbattimento del volo MH17.
Russia non invitata a vertice Nato. Intanto è di nuovo guerra fredda tra Mosca e l'Occidente: al vertice Nato che si terrà in Galles il 4-5 settembre, la Russia non è stata invitata. E' la prima volta da 16 anni a questa parte che rappresentati russi non parteciperanno a un vertice Nato.
L'esercito governativo ha annunciato di aver ucciso almeno 250 ribelli intorno a Olenivka, 25 chilometri a sud di Donetsk. Ieri, il leader dei ribelli Alexander Zakharchenko aveva dichiarato che due terzi della città erano stati strappati al controllo ucraino. E le autorità ucraine hanno lanciato l'allarme per un incendio scoppiato a Petrovski, nella regione di Lugansk, in una fabbrica di materiali esplosivi centrata da colpi di artiglieria dei ribelli. L'incidente mette a rischio l'ambiente della zona e la vita dei civili che abitano nelle vicinanze.
Ieri si è celebrato in Ucraina il giorno dell'indipendenza del Paese, mentre a Donetsk i separatisti facevano sfilare i militari governativi catturati durante il conflitto per celebrare l'anniversario dell'indipendenza della città. Lavrov ha definito "non umiliante" la parata, che pure rappresenta una violazione della Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra. L'Ucraina ha definito l'episodio "vergognoso" e ha precisato che "non si tratta di prigionieri di guerra", ma di "ostaggi", perché ufficialmente l'Ucraina non è in stato di guerra. Anche il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier ha condannato l'accaduto. http://www.repubblica.it/
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