Ormai l’Italia non offre le possibilità di lavoro che desideriamo, e siamo quindi costretti ad emigrare all’estero. E’ questo ciò che la maggior parte dei giovani connazionali pensa riguardo alle prospettive professionali e quindi di qualità della vita, offerte dal nostro Paese.
Una recessione appena dichiarata è l’ultimo scoglio di una situazione sociale ed economica che negli ultimi anni ha subito le influenze di una crisi che ancora non si è arrestata. E così si guarda altrove: l’erba del vicino, si sa, è sempre più verde, ma in questo caso è davvero così.
Utilizzando parametri oggettivi, come tra gli altri il Pil pro capite e l’indice di efficienza dei Paesi, alcuni esperti hanno stilato una classifica delle migliori nazioni in cui emigrare per realizzarsi professionalmente, garantendosi così un futuro solido e roseo.
Il Qatar batte tutti, guardando dall’alto della sua prima posizione gli altri Paesi del mondo. Forte del basso debito pubblico e di un Pil pro capite alle stelle grazie al mercato petrolifero, il suo livello di apertura verso l’immigrazione non è poi così eclatante. L’Australia, al secondo posto, sembra invece avere tutti i parametri in regola per ospitare e far fruttare i talenti che decidono di avventurarsi nella regione dei canguri.
Debito pubblico quasi a 0, ampia libertà professionale, anche per gli stranieri, sono i caratteri dello Stato ideale in cui emigrare. In Europa la fa da padrone la Svezia, seguita a ruota dai paesi ricchi e prolifici come Olanda e Germania. Completano la Top Ten gli Stati Uniti, sempre appetibili, le sorprese Taiwan e Kuwait, e paesi commercialmente emergenti come Singapore e Nuova Zelanda.
Una soluzione quindi, quella di emigrare all’estero, perseguibile da chiunque voglia provare a sfruttare migliori opportunità rispetto a quelle offerte nel nostro Paese. A pochi chilometri di distanza o dall’altra parte del mondo, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. http://letalpe.com/
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