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Nato, Obama cerca alleati anti-Isis. Usa: “Jihadisti potrebbero avere armi chimiche”

Nella seconda giornata al vertice Nato di Newport il presidente degli Stati Uniti e David Cameron, premier britannico, puntano a creare una coalizione che fronteggi lo Stato Islamico. Gli Stati Uniti temono che i jihadisti di Al Baghdadi o altri gruppi terroristici possano impossessarsi di eventuali armi chimiche che la Siria potrebbe avere nascosto: Lo ha detto l’ambasciatrice Usa alle Nazioni unite Samantha Power


E’ la strategia, politica e militare, da attuare contro l’espansione dello Stato Islamico il tema della seconda giornata al vertice Nato di Newport. Lo scopo di Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, e di David Cameron, premier britannico, sarà quello di creare una coalizione che fronteggi lo Stato Islamico e la minaccia da esso rappresentata in Medio Oriente. Ieri il capo della Casa Bianca ha avuto a Newport due colloqui bilaterali con l’Arabia Saudita e la Turchia. Contro la minaccia dell’Isis è “la comunità internazionale” ad avere “l’obbligo” di fermarne l’avanzata, coinvolgendo tutti gli attori regionali, è stato il messaggio lanciato ieri. Il piano di azione i leader lo hanno discusso a cena. E se anche la Nato, ricorda il segretario generale Anders Fogh Rasmussen, “non ha ancora ricevuto alcuna richiesta da Baghdad“, è comunque pronta a tornare in Iraq: “Sono sicuro che se il governo iracheno presentasse una richiesta di assistenza della Nato, gli alleati la valuterebbero seriamente”. Il padrone di casa, David Cameron, ha qualificato gli jihadisti come “una minaccia diretta alla Gran Bretagna” e non esclude di partecipare con gli Usa ai raid aerei. E mentre conferma che ci sono contatti con l’Is, assicura che Londra non cederà mai ai terroristi e “non pagherà riscatti” anche se ‘John il boià ha annunciato che il prossimo ostaggio ad essere decapitato sarà britannico. Anzi, Cameron garantisce che “in un modo o nell’altro” John pagherà il conto alla giustizia.

Al vertice si torna anche a parlare di armi chimiche, che nel 2003 fu la motivazione con la quale il governo di George W. Bush diede il via alla guerra contro Saddam Hussein. Gli Stati Uniti temono che i militanti dello Stato islamico o di altri gruppi terroristici possano impossessarsi di eventuali armi chimiche che la Siria potrebbe avere nascosto. Lo ha dichiarato l’ambasciatrice Usa alle Nazioni unite Samantha Power, parlando alla stampa dopo una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu con Sigrid Kaag, la direttrice dell’operazione internazionale mirata a eliminare le armi chimiche siriane. La missione congiunta di Onu e Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) terminerà alla fine del mese, con la distruzione di tutte le riserve consegnate da Damasco. Tuttavia Kaag ha affermato che l’Opac sta ancora lavorando con la Siria per risolvere le discrepanze sulle proprie dichiarazioni. Power ha dichiarato che Washington non è solo preoccupata dalla possibilità che il regime di Bashar Al Assad possa avere ancora armi chimiche, ma anche che le riserve nascoste possano finire nelle mani dei militanti islamici. “Il fatto che in Siria ci siano ancora armi chimiche è certo e il rischio è che tali armamenti finiscano nelle mani dell’Isil”, ha detto Power. “Possiamo solo immaginare cosa possa fare un gruppo simile dotandosi di tali risorse”, ha aggiunto.

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