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E se l’anima l’avessero solo gli animali?



Ci hanno dato strade asfaltate per spostarci meglio. E frigoriferi per conservare il cibo, lavatrici per evitare di andare in giro con vestiti sporchi. Acqua potabile in casa e muri per sentirci al sicuro. Ci hanno dato tutto quello di cui un uomo ha bisogno per sentirsi più uomo e meno animale. E una volta che l’uomo si è definito umano ha avuto in regalo il regalo più ambito: l’anima.
Una volta posseduta l’anima bisognava trovargli un posto sicuro per le sue vacanze eterne, ed ecco che spunta il paradiso.
Agli animali, che non sanno guidare, non conoscono l’utilità del frigorifero e sopratutto non hanno mai imparato a risparmiare denaro, l’anima è stata negata.
Del resto un animale come potrebbe pagarsi una suite in paradiso dove parcheggiare la sua anima per l’eternità?
No soldi, no eternità.
Ora ho capito perché il mio cane a volte mi guarda con quegli occhioni tristi.
Vorrebbe chiedermi di portarlo con lui di fronte a questo Dio, portiere d’albergo, che gestisce con parsimonia le camere dell’hotel.
Ma il cartello all’ingresso parla chiaro. “Non sono ammessi animali”
Tutto ha una logica.
Se il paradiso lo si guadagna con il perdono dei propri peccati è necessario che chi voglia accedere abbia almeno commesso qualcuno di questi peccati.
L’uomo è perfetto.
Uccide, ruba, bestemmia, fa guerre, massacri, non fa altro che comportarsi da dannato per trasformarsi in santo.
L’animale non ha nemmeno la concezione del bene o del male.
Fa tutto per istinto. E non si può assolvere un istinto.
Ed è così che un dio generoso appassionato di Borsa e di mercato ha scelto il suo target commerciale per il meraviglioso Club Med con fine vacanze Mai.
Nessuno sa cosa accadrà al mio cane quando morirà.
Forse non accadrà nulla, a meno che il diventare nulla non possa essere già qualcosa.
O forse esiste un luogo per l’anima di tutte le bestie, un luogo dove non è richiesto nessun permesso d’ingresso, nessun lasciapassare.
Vi immaginate il paradosso.
Un paradiso per gli umani con code chilometriche, tutti ad attendere per un eternità di essere giudicati. Stipati in una sala d’aspetto situata a metà strada tra una spiaggia caraibica e l’interno di un vulcano.
E un paradiso per le bestie senza controlli e guardie. Dove tutte le bestie ordinatamente entrano senza dover piegare la testa o chiedere perdono.
Ma se poi ci pensate bene avete mai pensato alla parola animale?
Anima, animale. Vi siete mai soffermati sulla somiglianza?
Entrambi hanno la stessa etimologia. Derivano dal greco Anemos che significa: vento, soffio.
Il vento e il soffio altro non sono che il respiro, il soffio necessario alla vita.
E non c’è nulla di più istintivo del respiro.
Che truffa sarebbe scoprire che a possedere l’anima non sono gli umani che hanno fatto dell’istinto una ruota di scorta, ma proprio le bestie per il merito di non aver mai tradito la loro natura.

iodapiccolostavocongliindiani.wordpress.com

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