Maltempo: abbondanti nevicate in Valtellina e Valchiavenna, passi chiusi per la troppa neve!
E’ da almeno 25 anni che non si registrava un clima cosi’ rigido in questo periodo in Valtellina e Valchiavenna, secondo i dati in possesso del Centro regionale nivometeo dell’Arpa Lombardia con sede a Bormio (Sondrio). Sul fondovalle la colonnina del mercurio non ha superato i 7 gradi, mentre sopra gli 800 metri le precipitazioni sono state di carattere nevoso. In questa primavera avanzata con panorami natalizi, oggi sono stati chiusi per neve i passi alpini del Gavia, Mortirolo, Stelvio e San Marco, mentre la Forcola che era stata riaperta ieri, dopo lo stop invernale, e’ stata richiusa di nuovo in conseguenza di una slavina caduta sul versante svizzero del valico alpino, infine e’ tornato transitabile, ma con obbligo di catene montate. ”Le temperature – spiegano gli esperti del Centro regionale nivometeo di Bormio – in una media quarantennale sono al di sotto di circa 6-7 gradi. E si prevedono temperature molto rigide sull’arco alpino lombardo anche per domani”.Maltempo: ancora acqua alta a Venezia, picco di 105cm
L’Istituzione Centro Previsioni e Segnalazioni Maree ha registrato ieri, alle ore 22.10, al mareografo di Punta della Salute, una punta massima di marea di 105 cm sullo zero mareografico. La punta massima e’ coincisa con una marea astronomica di 80 cm, in fase di sizigia (plenilunio). All’origine del fenomeno, e’ la situazione di instabilita’, a causa dell’arrivo di un nucleo di aria di fredda dal nord Europa che ha provocato maltempo su tutta l’alta Italia, in coincidenza con elevati livelli astronomici di marea. L’Istituzione Centro Previsioni e Segnalazioni Maree l’altro ieri, con un sms inviato alle ore 13 agli oltre 50 mila iscritti al servizio, aveva previsto per tre sere consecutive punte massime di marea molto sostenuta (tra cui quella di ieri alle 22.45 sui 110-115). Nel pomeriggio di ieri, a fronte del miglioramento delle condizioni meteo e con il vento proveniente da Sud-Ovest (libeccio), ma nel permanere di una situazione generale di instabilita’ e di un’onda di sessa sui 30 cm in Adriatico, ha aggiornato la previsione a 110 cm e alle ore 20.10 ha azionato le sirene di allertamento con il segnale sonoro di primo livello; piu’ tardi la previsione e’ stata aggiornata al ribasso, a 105 cm.Per questa sera alle ore 23.20 il Centro Maree prevede una punta massima sui 110 cm. Dato l’evolversi della situazione meteo, la previsione potra’ essere rivista nel corso della giornata. Il Centro Maree siega che un’alta marea di 105 cm comporta l’allagamento di una superficie di circa l’8 per cento della viabilita’ pedonale della citta’, con un livello variante da pochi millimetri a una media sui 25 cm in Piazza San Marco, l’area piu’ bassa della citta’.“Onde anomale” in Sicilia: l’INGV chiarisce il “mistero” del terremoto avvertito nel siracusano giovedì pomeriggio
Nel pomeriggio di giovedì 23 maggio, intorno alle 16:15, sono giunte diverse segnalazioni per un terremoto avvertito in provincia di Siracusa. I sismometri delle reti sismiche dell’INGV avevano effettivamente rilevato un tremore che era stato associato dai programmi automatici a un terremoto con ipocentro superficiale a largo di Siracusa, a cui era stata attribuita una magnitudo pari a 2.8 (sempre dai sistemi automatici). Un’ora prima era stato registrato un terremoto di magnitudo 3.5 sull’Etna, mentre pochi minuti prima se ne era verificato uno piuttosto forte in Grecia (M 4.8).
I sismologi di turno nella sala sismica dell’INGV, però, avevano notato che le forme d’onda (sismogrammi) registrate non avevano le caratteristiche classiche di un terremoto: non erano riconoscibili delle chiare onde S, e anche le onde P avevano un inizio debole (emergente), cosa strana per un terremoto vicino di quella magnitudo. Si poteva pensare ad un evento artificiale, come uno scoppio di cava o un’esplosione sottomarina, spesso registrate dagli strumenti INGV in molte regioni italiane.
Invece, confrontando i tempi di arrivo delle onde sismiche con quelle del terremoto in Grecia, è stato riconosciuto un fenomeno tipico delle zone costiere ma raramente avvertito dalla popolazione. Si tratta delle cosiddette “onde T”,generate in questo caso dal terremoto greco. Queste onde vengono osservate ai sismometri posti vicini alla costa e sono onde di compressione, al pari delle onde P, ma viaggiano in acqua invece che nella roccia. Per questo motivo sono molto più lente sia delle onde P che delle onde S. Un’onda P attraversa lo Ionio al limite crosta-mantello a una velocità di circa 8 km al secondo, mentre un’onda T viaggia a circa 1.45 km al secondo. Per una distanza di circa 500 km (qual è quella tra epicentro greco e Siracusa) la differenza di tempo tra onda P e onda T è più o meno di 5 minuti. L’onda P impiega circa un minuto, mentre l’onda T viaggia per quasi sei minuti. Vicino alle P, arrivano le onde S. Particolarmente utile si è rilevata la stazione sismica sottomarina SN1, ubicata al largo di Catania.
Le onde T viaggiano in una zona particolare del mare il cosidetto canale SOFAR (Sound Fixing and Ranging channel, “canale di fissazione ed oscillazione sonora”): uno strato di acqua nell’oceano in cui la velocità del suono è minima. Le onde sismiche generate da un terremoto vicino al mare sono trasmesse dal suolo all’acqua e rimangono intrappolate nel canale SOFAR, propagandosi a grande distanza senza una significativa attenuazione (a bassa frequenza). Per questo motivo terremoti lontani possono essere avvertiti dalla popolazione anche a notevole distanza, a patto di essere vicino alla costa, dove le onde T vengono trasmesse dall’acqua al suolo. L’energia portata efficaciemente nel canale SOFAR, una volta trasmessa alla costa va ad attenuarsi rapidamente e quindi è difficile che tremori vengano avvertiti lontano dal mare (dettagli tecnici possono essere trovati qui in inglese). Un caso analogo accadde in occasione del terremoto in Algeria del 2003 (M6.4) che venne avvertito bene lungo la costa della Liguria (si veda qui per i dettagli, in inglese).
Queste onde T, sicuramente anomale, non hanno tuttavia nulla che vedere con le onde di tsunami!
Nel primo caso si tratta di un’onda acustica (compressione), mentre un’onda di tsunami (che si propaga in superficie) è dovuta allo spostamento di un grande volume d’acqua e si tratta quindi di un anomalo moto ondoso del mare.
Clima invernale sull’Italia, è una notte fredda e tempestosa e nel weekend insisterà il maltempo: situazione e previsioni
Continua a imperversare il maltempo al nord Italia, con piogge e temporali al nord/est: piove a Trieste con +11°C, a Venezia con +10°C e a Treviso con +9°C, mentre nevica ancora sui rilievi Alpini tra Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia dai 700-800 metri in sù. Per il resto, abbiamo cielo molto nuvoloso su tutta la pianura Padana, ma con temperature tipicamente invernali: +11°C a Torino, Ferrara, Forlì, Novara e Piacenza, +10°C a Bologna, Padova, Bergamo e Brescia, +9°C a Parma, Rimini, Aviano e Milano. Le temperature minime di domattina saranno ancora più basse, ma sarà un sabato all’insegna del maltempo su tutto il nord, con altre forti piogge, qualche temporale e ulteriori nevicate sui rilievi. Domani il maltempo si estenderà anche alla Regioni centrali, e in modo prevalente su Toscana, Marche, Umbria e Lazio.Intanto proprio nelle Regioni centrali tirreniche sta soffiando un impetuoso vento di libeccio-ponente con raffiche fino a 100km/h. I litorali di Toscana, Lazio e Campania sono colpiti da intense mareggiate, in alcune aree addirittura devastati soprattutto nell’alta Toscana e nel Lazio centrale, con danni gravissimi in vista della stagione balneare. Da Firenze a Roma e Napoli gravi danni per il forte vento con alberi abbattuti, e le temperature sono comunque fresche, con Firenze e Roma a +14°Cnonostante il cielo coperto e il forte vento che impediscono l’inversione termica. Nel weekend, comunque, le temperature diminuiranno su tutto il Paese, anche al centro/sud, in attesa della nuova ondata di freddo e maltempo in arrivo la prossima settimana…
Fonte http://www.meteoweb.eu/
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